LA NATURA TREMENDA E TRIONFANTE NEL FOLKLORE SLAVO

SPIRITI ELEMENTARI

La fonte di ispirazione primaria di questo pezzo è una delle persone che abbiamo amato di più al mondo, la nostra babcia (nonna) polacca, nata in un villaggio del Podlasie negli anni 20 del Novecento e morta dieci anni fa. L’etimologia del nome del suo villaggio ha a che fare con i passeriformi e al giorno d’oggi conta 80 abitanti. La nostra bacia una volta ci raccontò di aver visto da ragazzina una tempesta gigantesca arrivare nel cielo, con nubi livide come piombo, e vorticose come un liquido ribollente. Raccontò di aver visto sulla testa di queste nubi, come una polena sulla prua di una nave o un’oscura madonna in ascensione su un affresco barocco, una figura femminile con lunghi capelli neri alzati in una nube elettrica dalla tempesta, che urlava “Na lasy! Na lasy!” (Verso i boschi!). E le nubi obbedirono al suo comando e virarono verso la foresta, dove si scaricarono in un uragano di pioggia che divelse alberi secolari, ma risparmiò il villaggio. Assieme alla nostra babcia, facemmo insieme due disegni ispirati al suo racconto. Il suo era composto, con colori tenui. Il nostro barocco ed espressionista, con una marea di nero e di viola.

Uno degli elementi in assoluto più imprevedibili della vita umana è il tempo, che cambia in modo repentino e violento come in un compendio di magia del caos. Oltre alle condizioni metereologiche strette, come nubifragi, uragani, nebbia, vento o canicola, gli spiriti elementari manifestano anche la forza degli elementi costitutivi del mondo, l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco. Andiamo quindi ora a conoscere i demoni elementari del folklore slavo, che possono andare finalmente a unirsi ai ranghi della spaventosa donna polena che comandava sulle nubi.

GLI HARCUKI 

Gli Harcuki (i Soldati a Cavallo) sono demoni dell’aria che scendono dalle montagne portando uragani. Simili agli uccelli, ma con bruttissime facce umane da strigi, hanno la facoltà di spaccare e divellere gli alberi più alti con il battito delle loro ali. Odiano i boschi e i loro abitanti, e amano portarvi devastazione. Amano anche fare cavalcate selvagge sui cavalli al pascolo, ed è per questo che i cavalli hanno il terrore dei temporali. Sanno che possono portare gli Harcuki.

IL LATAWIEC

Il Latawiec (da non confondere con il Lotawiec) è un demone volante, l’anima di qualcuno morto di morte violenta e prematura. Arriva portato dai venti di tempesta, scappando dai fulmini, che cadono sempre vicino a lui, inseguendolo. Vola rasoterra, urlando di tanto in tanto terribilmente. I fulmini hanno il potere di distruggere sia il corpo che l’anima, quindi prima o poi il Latawiec viene colpito a morte. Sapendolo, il perfido spettro cerca di attirare i fulmini contro le chiese e le case degli uomini, per causare distruzione. Tanto più che era proibito spegnere gli incendi causati dal fulmine, perché si pensava che esprimessero la volontà divina. Chi veniva colpito, doveva aver fatto qualcosa per meritarlo.

LA MARA 

Quando si alzava un fitta, cupa foschia sulle paludi, era risaputo che bisognava immediatamente ricondurre le bestie nelle stalle. Questo tipo di nebbia è infatti una fitta barriera di spettri, che permettono il volo della mara. La mara ha ali membranose, un corpo simile al tronco di un albero. Lancia gemiti da dannato, facendo impazzire i cavalli, le mucche, i cani, e gettando nel cuore degli uomini nostalgia e umor nero. Se ne va di solito con il canto del gallo. Per chi ha famigliarità con il black metal norvegese della seconda ondata, la mara troverebbe collocazione ideale nel sottotesto di Funeral Fog.

I DEMONI DELL’ARIA

Il Podwjei (Colui che Soffia Sotto) è un demone dell’aria il cui scopo è alzare le gonne delle ragazze, facendole morire di vergogna. Per scacciarlo bisogna mostrarli il gesto delle fiche, come fa Vanni Fucci nell’Inferno di Dante.  Un altro demone potente dell’uragano è il Pochwsciel, ritenuto a volte una vera divinità. Per ingraziarselo, bisogna inchinarsi a lui come si fa davanti ai nobili a corte, altrimenti può rapirti e distruggere tutto il tuo villaggio. Lo Swistun (Colui che Sibila), è sempre della stessa razza. Abita fra le nuvole, vestito di stracci, con i capelli spettinati e ali di pipistrello, ed è capace di abbattere alberi e distruggere case.  A volte entra nei camini per riscaldarsi, e allora bisogna spegnere il fuoco per non asfissiare per colpa del fumo. La Wietrzyca (Quella delle Correnti) è un demone dell’aria della zona montana del Podhale. È nemica degli uomini, a cui ama rompere le ossa facendoli cadere con le sue potenti e improvvise raffiche di vento.

MRZELC 

Mrzelc è un demone del freddo gelido dell’inverno, e la sua venuta annuncia una serie di disastri che colpiranno gli uomini: l’acqua nei pozzi si congela, gli alberi si spaccano in due con grande strepito, gli animali muoiono in piedi. Mrzelc è capace perfino di far congelare il Mar Baltico, privando i pescatori dei mezzi di sostentamento.

PROPASTINIK 

Propastinik (Colui che Precipita) scatena sugli insediamenti umani la tempesta, gli uragani e la grandine. Sradica gli alberi, distrugge i raccolti di grano e la frutta matura, ammazza i passanti con i fulmini. È capace anche di scatenare cataclismi di segno contrario, ad esempio facendo seccare l’acqua nei letti dei fiumi e provocando la siccità.

LA POLUDNICA

Fra gli spiriti elementari vogliamo includere anche la celeberrima Poludnica (Colei che Appare nel Meriggio). Demone molto antico, noto già ai tempi precristiani, ha la forma di una donna ossuta con la carnagione bruciata dal sole, un nido di rasta giallastri in testa, la bocca piena di denti acuminati e lunghi artigli. Si dice che sia lo spirito di una ragazza morta appena prima di sposarsi, o subito dopo. Il suo nascondiglio è in mezzo al grano maturo, e appena arriva mezzogiorno, la Poludnica sorge a caccia di vittime. Viena annunciata da un leggero ondeggiare delle spighe.  Nessuno aveva il coraggio di rimanere nei campi intorno al meriggio. Se la Poludnica trovava qualcuno che lavorava nonostante il tabù, gli spaccava le ossa, lo soffocava, gli provocava la paralisi, e a volte gli staccava di netto la testa. Poteva anche rapire i bambini incustoditi. Li portava nella foresta, li ammazzava o li seppelliva vivi. Se questi comportamenti sono comuni fra gli altri demoni preposti al lavoro degli uomini (di cui abbiamo fatto la conoscenza in questo articolo), c’è un altro elemento che colloca la Poludnica fra gli spiriti elementari, in particolare del distruttivo fuoco del sole nelle più calde ore estive. In queste stesse ore gli antichi greci non uscivano di casa perché, non proiettando alcuna ombra a terra, erano esposti senza protezione agli attacchi degli spiriti e potevano essere vittime della sferzata panica. Nei territori slavi la potenza del sole meridiano era circoscritta a pochi mesi dell’anno. Quando finiva il tempo del raccolto, a settembre, la Poludnica sprofondava nella terra per il letargo invernale, e i contadini festeggiavano la sua dipartita con un sospiro di sollievo e grandi celebrazioni.

LO ZNICH

Altro spirito del fuoco è lo Znich, che abita i più profondi budelli della terra. Ascende alla superficie solo di primavera, per scaldare la crosta terrestre. Dove mette piede, le nevi si sciolgono, la terra prende calore e vita. Deve però stare attento a non prendere troppa velocità nella sua camminata, altrimenti scoppiano enormi incendi che distruggono i boschi.

WODNIK

Wodnik (Colui che Sta nell’Acqua) è un demone dell’acqua che abita nei laghi, negli stagni e nei fiumi di tutti i territori slavi. La popolazione lo temeva molto e gli tributava un grande rispetto, sapendo che il wodnik trascinava dentro al suo reame tutti gli incoscienti che sottovalutavano il suo potere. Una volta all’anno gli venivano sacrificati degli animali, soprattutto delle galline, per placarlo, ed evitare che quell’anno ci fossero morti per annegamento. Nel XIX secolo, in un villaggio della Bielorussia, i contadini fecero una colletta per comprare un cavallo. Lo ricoprirono di miele e lo gettarono nel lago, per placare l’ira di un wodnik particolarmente aggressivo.

I PLANETNICY 

I Planetnicy (i Nuvolari) sono dei giganti muscolosi, simili a statue di operai costruttivisti, che hanno il compito di riempire le nuvole d’acqua, per creare la pioggia, la neve e la grandine. La loro pelle è scura, sono alti, possenti, fumano tabacco, bevono una vodka disumanamente forte e bestemmiano come camalli del porto. Il loro è un lavoro durissimo, dato che una nuvola media contiene diecimila tonnellate d’acqua. A volte il loro carico si stacca dalle loro spalle, e allora i planetnicy cadono sulla terra. Quando questo succede, vanno dalla gente di campagna a chiedere un po’ di cibo per riprendere le forze, in particolare latte di una mucca nera e uova di una gallina nera. Se vengono accontentati, risparmieranno per sempre quel villaggio dalla furia degli elementi del cielo. Altrimenti, se non potevano dire di aver salvato un planetnik dal burnout, gli abitanti dei villaggi dovevano arrangiarsi a scacciare le nuvole più minacciose facendo suonare le campane.

 


GLI SPIRITI DELLA NATURA

Abitando nella città dei re polacchi, abbiamo il privilegio di poter raggiungere i boschi in venti minuti di bicicletta, e di perderci tutte le volte che vogliamo in un mondo di verde e ombra, privo di inquinamento acustico e con pochi umani, tutti di passaggio. In certi tratti tutto è così immenso che sembra uscito dalla Terra di Mezzo. Questa nostra gioia viene, come quasi tutte le gioie, dall’infanzia. Quando venivamo in vacanza dai nostri nonni, ci portavano spesso con loro a raccogliere funghi, mughetti velenosi ed erica selvatica, in queste gigantesche cattedrali di verde, di cui percepivamo rapiti la natura favolosa, le infinite potenzialità magiche, la bellezza perfetta e la sacra antichità. Dato che il materiale vero di questo articolo sono i viaggi nel tempo – per riportare indietro chi non c’è più – , andare nel bosco è il modo più veloce per farne uno, perché qui tutto è identico da centinaia di migliaia di anni.

L’Italia è un mondo stupendamente urbanizzato, la cui urbanizzazione dura da millenni e si è espressa in modo eccelso e multiforme. Il paesaggio urbano italiano spesso non conosce soluzione di continuità fra le varie città e paesi, che non sia quella delle zone industriali o dei campi coltivati. Invece, nei territori slavi, la presenza dei boschi nelle zone liminali all’ambiente urbano è ancora molto forte. Qui è ancora molto presente la dicotomia paesaggistica fra cultura e natura. Questa dicotomia nella civiltà contadina era ancora più sentita, ed esprimeva dualismi potenti come noto ed ignoto, familiare e pericoloso, cristiano e pagano, sicurezza e perdizione, spesso anche vita e morte. I boschi erano il confine invalicabile che poneva le colonne d’Ercole oltre le quali il mondo dei contadini finiva. In questo abissale territorio oscuro erano stanziate molte creature soprannaturali. Esse esprimevano le caratteristiche del territorio da loro abitato, come l’immensità degli alberi, che erano le strutture più alte e maestose che i paesani potessero vedere nella loro vita, la memoria dei culti pagani, quando gli alberi e le creature che li abitavano rientravano ancora nella sfera del sacro, la violenza della morte che si poteva trovare nei boschi per mano di bestie o di esseri umani implacabili e feroci. Da questa fauna di creature si intuisce che gli uomini, prima ancora di saperla nominare, erano consapevoli di ciò che è l’ecologia, laconsapevolezza di quanto l’habitat boschivo e i suoi abitanti siano fragili ed esposti alla distruzione da parte degli umani. Le creature della foresta fungono da monito per non osare troppo, e per ricordare l’antica inviolabilità numinosa di questi luoghi. Andiamo quindi ora a fare la conoscenza dei Signori e delle Signore del Bosco.

IL BOROWIEC 

Il Borowiec (il Forastico) ha una barba lunghissima e gli occhi di bragia. Si occupa dalla cura delle foreste e degli animali. Si fa vedere molto di rado, ma spesso fa sentire la sua risata tonante.  È nemico mortale dei guardiacaccia. Li piace cacciarli, confonderli, e sbranarli tutti uno ad uno. È misantropo come la Principessa Mononoke, e molto più sanguinario. Infila amanite velenose nel cestino di chi va a funghi, fa impiccare gli ubriachi, e rapisce le fanciulle. Gli unici che ama e protegge sono i bambini, perché sono ancora allo stato pre-civile, e quello che il borowiec odia davvero è la civiltà. Una delle pochissime cose che apprezza della civiltà è la carne bovina, di cui è ghiotto. È capace di gettare incantesimi ipnotici sulle mucche, per farle venire a sé e mangiarle. Lo fa anche dipingendo sigilli magici sugli alberi, che spaventano le mandrie al pascolo e le fanno scappare nella foresta.

BOROWA CIOTKA

La Borowa Ciotka (la Zia della Foresta) ha un lungo vestito di corteccia rossa e un diadema di pigne. Sta sempre con daini e cervi, e tutti gli animali la adorano. Odia chi distrugge il bosco e fa del male agli animali. Quando questo succede, il suo pianto si può sentire nel più profondo della foresta. Le donne slave hanno una vera vocazione in questo senso, basti pensare all’incredibile figura dell’etologa Simona Kossak, che andò a vivere nella foresta Bialowieska ed ebbe come animali domestici corvi, cinghiali e linci, o anche Janina Duszejko, la fantastica nonnetta animalista protagonista del romanzo Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, del premio nobel Olga Tokarczuk.

CZUHAJSTER 

Czuhajster è il signore delle foreste dei monti Bieszczady, un gigante nudo ricoperto di pelliccia bianca o nera, la cui testa arriva fino alle chiome degli alberi. Collabora con gli esseri umani, insegnando loro a sopravvivere in cambio di legna da ardere e cibo. È ghiotto di pappa d’avena, perché ha tutti i denti guasti. Grazie a quest’economia di scambi, non attacca gli uomini o gli animali, ma solo altri esseri soprannaturali, come le boginie e le miawki, che caccia e squarta a metà. È pericoloso per gli uomini solo quando gli viene voglia di ballare. Se urli o fischi, lo prende come un invito alle danze.

DOBROCHODZY 

Il Dobrochodzy (Colui che Cammina nella Bontà) sta nella regione del Podlasie. Anche lui può essere alto come gli alberi, anche trenta metri. È molto diffidente nei confronti degli uomini. Ricompensa chi gli porta il sale e delle fette di pane. È ritenuto un grande giudice, e ammazza senza pietà quelli che fanno il male.

IL PUSCZAWIK 

Il Puszczawik (l’Abitante della Foresta) è un gigantesco demone ricoperto di muschio che può sembrare un grosso tronco. Come la gattara più incallita, odia la compagnia umana e ama solo quella degli animali. È il re degli alberi, e detesta gli uomini per la devastazione che hanno gettato nei boschi primevi, abbattendo alberi vecchi di millenni. Uccide quindi tutti, uomini, donne e bambini. Nel dubbio, non fa distinzioni, li insegue fino al limitare dei boschi, li fa a pezzi come una menade e li seppellisce nelle profondità della terra.

LE RAGANY 

Altre custodi degli alberi sono le Ragany, creature che assomigliano a un incrocio fra un uccello e un felino, che difendono la vegetazione da tutti gli agenti nocivi, compresi i parassiti.

IL DZIW 

Il Dziw (lo Strano) è un demone precristiano delle foreste, sempre a caccia di viandanti solitari da squartare. È russo, come il Lupo di Rostov.

LE DZIWONIE

Le Dziwonie (le Strane) sono le Principesse Spettro polacche, misteriose ninfe slave che si occupano dei bisonti e dei cervi, proteggendoli dalle malattie. Si occupano anche delle malattie del bestiame domestico, per prevenire fenomeni di spillover.

DZIKI MISLIWY 

Il Dziki Misliwy (il Cacciatore Selvaggio) è uno spettro che gira per i boschi nottetempo con la sua muta di cani da caccia, soprattutto quando c’è la luna nuova e il vento. Guai a chi lo incontra.

IL LASOWIK 

Il Lasowik (Colui che Si Occupa della Foresta) è un essere precristiano, signore dei boschi, che difende i suoi abitanti dagli intrusi. Abita con la propria moglie nel luogo più segreto e misterioso della foresta, il cimitero degli animali. Pattuglia il bosco tutti i giorni e quando incontra gli esseri umani li fa perdere o li spaventa. Per vincere il suo incantesimo bisogna indossare la camicia o le scarpe al contrario. È bene lasciargli offerte di uova e formaggio, senza sale, perché come certe creature soprannaturali il lasovik non lo sopporta. Il arrivo è annunciato da un forte stormire di vento fra le fronde. A volte, nei boschi polacchi, noi questo stormire arcano l’abbiamo sentito, poco prima dell’inizio di un temporale.

IL MAMON

Il Mamon è una creatura dei boschi, un grosso, pauroso incrocio fra un cane nero e un bue. Custodisce i tesori degli zboje, i briganti, e questi tesori emergono dalla terra una volta all’anno, prendono spontaneamente fuoco e bruciano, per ripulirsi della ruggine e dalla muffa. Per difendere i bottini dai cercatori di tesori, il Mamon sprigiona sciami di Occhi del Demonio, una specie aggressiva di fuochi fatui, che attirano i cercatori verso le paludi.


I RE DEGLI ANIMALI 

Una parte degli spiriti delle foreste è costituita dai Re di ogni specie, che sono giganteschi esemplari con poteri magici, identici agli Dei Bestia della Principessa Mononoke di Miyazaki.

KROL WEZOW 

Il Re dei Serpenti (Krol Wezow) è un rettile enorme, circondato da una nube viva di serpenti più piccoli, che formano la sua corte. Ha scaglie d’argento cangianti in colori iridati, una cresta d’oro e diamanti incastonati in testa, a formare la sua corona. Gli esseri umani cercano sempre di ucciderlo per impadronirsi di tutta questa ricchezza, ma anche per le innumerevoli proprietà del suo corpo. Qualora cotto e mangiato, il Re dei Serpenti dà il potere di comprendere il linguaggio degli animali. Se mischiato con l’olio d’oliva, crea una potentissima lozione antietà.

IL KUK 

Il Kuk è il gigantesco Re degli Uccelli. Con la sua potente magia, proteggeva gli altri uccelli dai loro predatori naturali, come lupi, volpi e serpenti, fino a quando non è misteriosamente scomparso. Il cuculo non ha smesso mai di cercarlo da allora, chiamando in continuazione il suo nome, e in cambio gli altri uccelli allevano in suoi piccoli.

IL LEJIN 

Il Lejin, detto anche Lelen, è un mastodontico cervo. Si fa inseguire dai cacciatori per giorni, fino a farli perdere nella foresta più profonda e nelle paludi. Allora gli attacca impennando sulle zampe posteriori e ridendo follemente in modo umanoide.

RYBI KROL 

Il Rybi Krol è il Re dei Pesci e di tutte le creature acquatiche, che spesso prende la forma di un enorme storione.

WARGIN

Il Wargin è il demoniaco Re dei Gatti, mastodontico e nero come Behemoth nel Maestro e Margherita, con occhi di fuoco e movimenti felpati che non producono nessun rumore. Può mettersi a servizio di uomini che diventano improvvisamente ricchi, mutando poi piano piano fino a diventare anche avidi, litigiosi e conflittuali, arrivando infine ad alienarsi tutti, soprattutto la famiglia. A questo punto lo sventurato diventa un paria, e la sua ricchezza svanisce, nella totale, felina indifferenza soddisfatta del Wargin.

E qui chiudiamo il cerchio, perché il Wargin, oltre che un Re degli Animali è anche un volubile spirito domestico. Durante questo viaggio siamo passati dall’analisi degli spiriti della casa, ai demoni navigatori, alle creature soprannaturali preposte al lavoro e allo svago alcolico, alla malattia e alla morte. Abbiamo visto con quanta facilità le donne si potessero trasformare in un intero esercito di creature del folklore, abbiamo conosciuto i demoni interstiziali, abbiamo fluttuato fra terra e cielo assieme agli spiriti elementari, e ci siamo infine immersi nelle foreste. La nostra natura, volubile come quella del wargin, vuole ora dedicarsi ad altro. Però ci sono ambiti del folklore slavo che abbiamo lasciato indietro, come lo studio dei draghi, dei mille diavoli e biesy e dell’esercizio delle arti magiche. Quindi rimanete in attesa, perché le nostre esplorazioni non sono ancora concluse.

_Nel prossimo articolo inizieremo la nostra analisi di una figura sacra del black metal norvegese della seconda ondata. Stay tuned for more churches on fire and freezing moons_


Bibliografia

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Witold Vargas, Pawel Zych, Bestiariusz Slowianski, Wydawnictwo Bosz, 2018.

Folklore e mitologia slava

Slavic mythology and folklore

Folklore Slavo


Nota Metodologica _ La maggior parte di queste creature fanno parte del folklore polacco, soprattutto per quello che riguarda la nomenclatura usata. Parecchie però hanno origine o diffusione nelle zone dell’Ucraina, della Bielorussia e della Lituania. Abbiamo pertanto scelto di usare, in modo non strettamente filologico,  la macrocategoria culturale di “folklore slavo” . Le descrizioni delle creature sono traduzioni libere da Vargas e Zych. Le interpretazioni sociali, psicologiche e antropologiche sono nostre. Anche in questo caso, l’ortodossia metodologica non ci interessa. Quello che ci interessa è coltivare, nutrire e far proliferare i frutti della nostra fantasia.


Artisti Di Riferimento

 

Julian Falat https://pl.wikipedia.org/wiki/Julian_Fa%C5%82at

Terri Windling https://www.instagram.com/mythandmoor/

Ryszard Kaja https://galeriaplakatu.com.pl/autor/ryszard-kaja.html

Ascension of Virgin Mary by Orazio Riminaldi https://www.artrenewal.org/artists/orazio-riminaldi/4958

Zdislaw Jasinski Storm https://en.wikipedia.org/wiki/Zdzis%C5%82aw_Jasi%C5%84ski

Carreno de Miranda La ascension de la Virgen https://it.wikipedia.org/wiki/Juan_Carre%C3%B1o_de_Miranda

Wladyslaw Podkowinski Szal uniesien 1894 https://it.wikipedia.org/wiki/W%C5%82adys%C5%82aw_Podkowi%C5%84ski

Marcin Cienski Punishment 2015-2016 https://www.instagram.com/cienski_studio/?hl=it

Nona Limmen https://www.instagram.com/nonalimmen/

William Blake The Snake Biting Vanni Fucci

Wojciech Weiss Scarecrows https://web.archive.org/web/20071020100334/http://www.wojciechweiss.pl/en/?page=gallery

Witold Pruszkowski https://culture.pl/pl/tworca/witold-pruszkowski

Anne Brigman The Spiders Web 1908 https://en.wikipedia.org/wiki/Anne_Brigman

Elizaveta Porodina https://www.instagram.com/elizavetaporodina/

Ivan Bilibin Ivan Tsarevich Firebird https://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Jakovlevi%C4%8D_Bilibin

Marcin Cienski, Horse https://www.marcincienski.com/

Floris M. Neususs, A young girl lying on a statue of a blacksmith, Bismarck National Monument Berlin, 1961. https://en.wikipedia.org/wiki/Floris_Michael_Neus%C3%BCss

Witold Pruszkowski Kwiat paproci 1875

Andy Kehoe  https://www.instagram.com/andykehoeart/

Ulla Thynell https://ullathynell.com/

Aleksandra Dvornikova https://www.instagram.com/allyouneediswall/

Marichka-Grygoriva Among-the-trees https://www.artstation.com/mariika

Simona Kossak

Elia Matrell

Chris Kintner Forest of the Druids https://chriskintner.artstation.com/

Theodor Kittelsen https://it.wikipedia.org/wiki/Theodor_Kittelsen

Andy Kehoe https://www.instagram.com/andykehoeart/

Jakub Rozalski https://www.instagram.com/mr_werewolf/

Narikka Photo https://www.instagram.com/NarikkaPhoto/

Valera Lutfullina Sowing Stars https://www.artstation.com/jortagul

Corey Brickley The Woods At Blights Hollow https://www.instagram.com/coreybrickleyillustration/

Vera Pavlova https://nevsepic.com.ua/en/art-and-hand-drawn-graphics/2318-illustrator-vera-pavlova-104-works.html

Gwent Cardart Monsters The beast

Holly Lucero https://www.artstation.com/sparrowlucero

Valery Slauk http://mythology.by/valery-slauk-de/

Windy Poplars-room

Aleksandra Dvornikova https://www.instagram.com/allyouneediswall/

Marina Babanskaya

Georgii-Zubkovsky.-Cat-Baiyun.-1951 https://artinvestment.ru/en/auctions/283850/works.html

Vasil Myloradovych A Witch and a Chort from Ukrainian Witch

 

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