LA MORTE E I VAMPIRI NEL FOLKLORE SLAVO [Parte IV]

Ognuno degli esseri del folklore slavo rappresenta un problema misterioso che gli esseri umani non riescono a decifrare, di se stessi oppure del mondo e dello spazio circostante, del tempo, dei meccanismi psichici, dei rapporti di forza che vigono nella società, del magnetismo della carne e del sangue, del decadimento e della sofferenza del corpo. Ovviamente, il mistero più grande di tutti rimane sempre la morte. Il folklore slavo rispecchia numerose riflessioni sulla sua multiforme fenomenologia, per annegamento, combustione, o suicidio, sulle dinamiche psicologiche che accompagnano il lutto e l’elaborazione della perdita, sui rituali segreti della morte, come l’eutanasia, sulle zone liminali fra la vita e la morte, sulla sua sacralità e sulle pene che spettano a chi desacralizza i suoi luoghi e la sua aura. In questo articolo andremo quindi a conoscere la Morte e le sue coorti nel folklore slavo.

ŚMIERĆ

folklore slavo

Nei territori slavi Śmierć, la Morte, era considerata un’entità immortale, con una serie di comportamenti tipici e un’iconografia molto netta che presenta una certa autonomia rispetto alla storia dell’arte ufficiale (a cui nessun membro della civiltà contadina aveva di fatto accesso, se non nelle chiese rurali). Śmierć è uno scheletro avvolto in un lenzuolo bianco, o nero, che porta una serie di attrezzi usati per separare le anime dai corpi. La più famosa è la grande falce da raccolto del Tristo Mietitore, ma può essere anche un falcetto da druido, un coltello da bandito, un flagello a cinque code con cui arpionare l’anima, un arco come Apollo il Distruttore, o anche un martello, come gli dei della morte Etruschi. A volte Śmierć compare sotto forma di una grande scrofa, come la Grande Madre preistorica nella sua forma mortifera. Altre volte, sotto quella di un’oca bianca, animale che ultimamente ha dato le sue fattezze a un peluche inspiegabilmente molto popolare fra bambini e turisti di Cracovia, e che possiamo retrodatare all’arcaica Dea Uccello, venerata nella notte dei tempi in ogni continente. folklore slavoQuando Śmierć si avvicina, viene annunciata da molti segni, come l’abbaiare dei cani, il verso del gufo, strani gemiti e grida. Se si mette ai piedi del letto del malato, vuol dire che gli rimane ancora del tempo. Se si mette vicino alla testa del letto, vuole dire che è finita. Per questo spesso i paesani, quando volevano far finire l’agonia di un malato terminale, giravano il letto di 180 gradi. Era un eufemismo per indicare l’eutanasia. Śmierć a volte è misericordiosa, e decide di posticipare l’ora della mietitura.

Śmierć può esaudire gli ultimi desideri, e perfino diventare la madrina di qualcuno.  Se la Morte ti tiene a battesimo, da grande puoi fare il soldato, il chirurgo, il beccamorto, oppure il prete. Ma la cosa migliore in assoluto che puoi fare è fondare un progetto musicale, e chiamarlo Mgła , Batushka, Behemoth o Imperator.

BABA CMENTARNA

Baba Cmentarna (Donna Cimiteriale), è una grande scavatrice e dà la caccia a tutti quelli che passano di notte vicino ai cimiteri. Nelle città, e non solo, i cimiteri durante la notte diventavano il rifugio dei poveri, dei reietti, dei criminali e degli ubriachi, trasformandosi in un luogo oscuro di perdizione e miracoli. Non è difficile credere che chi non faceva parte di questa corte doveva stare alla larga dai cimiteri quando tramontava il sole.folklore slavo

BŁĘDNE OGNIKI

I Błędne Ogniki (Piccoli Fuochi Ingannatori) sono le anime dei morti, i fuochi fatui che si possono vedere brillare sulle torbiere.

GRANICZNIKI

I Graniczniki (Coloro che Stanno sulla Frontiera) si spostano luminosi nella notte con la velocità di un cavallo al galoppo. Deformi, ma comunque antropomorfi, stanno ai confini estremi dei villaggi, senza avvicinarsi. Sono gli spiriti dei vecchi abitanti del villaggio che tornano ai margini dei luoghi in cui erano stati vivi.folklore slavo

MOGILNIK

Il Mogilnik (il Tombarolo) sta sulle mura dei cimiteri, vicino ai crocicchi, dove sono seppelliti i peccatori, gli eretici e i suicidi. Ulula e piange per far capire ai viaggiatori di evitare quel luogo infestato da anime dannate e upiory, e anche per ricordare loro di pregare, per liberare questi spettri dai loro tormenti.folklore slavo

KRZYŻACIK

Il Krzyżacik (il Crociatino) abita nei cimiteri e si sveglia quando qualcuno li viene a profanare. Sembra un corvo bigio dal becco bianco con gli occhi da essere umano. Non ha paura né dell’acqua santa né della croce. Odia gli ubriachi, che spesso vengono a sbronzarsi o a dormire nei cimiteri.folklore slavo

LELEK

Il Lelek è un demone delle paludi che sembra una rondine fuori taglia, ha la testa enorme e il becco verde. Si lamenta con la voce di un bambino, con un verso detto leleniem. Durante il paganesimo si riteneva che richiamasse le anime dei trapassati per portarle nell’aldilà. Se il Lelek ti si posa in testa, vuol dire che non ti rimane molto da vivere. Può farti impazzire, e te ne vai in giro lelekowaty, in uno stato di stupefazione folle. È capace di penetrarti dentro la mente e portarti a compiere il male, e a suicidarti. Fingendosi ferito, può ipnotizzare la sua vittima e portarla nelle paludi, nei luoghi in cui si annega. Poi si posa su un ramo e ridendo guarda l’ipnotizzato dibattersi nel fango fra sanguisughe e zanzare. È uno degli emissari tremendi della morte.

MORZKULCE

I Morzkulce sono bestie spietate in cui si trasformano gli annegati nel mare, i cui corpi non vengono ritrovati e a cui non viene data sepoltura. Sono ricoperti di scaglie nere e danno la caccia ai pescatori, urlando per la fame e provocando alte onde. I Morzkulce ono la personificazione del lutto dei loro cari, del senso di colpa per non essere riusciti a dare degna sepoltura ai loro morti.folklore slavo

SPALENIEC

Lo Spaleniec (il Combusto) è lo spirito di un incendiario, che rimane sulla terra a espiare il suo crimine e la sua morte violenta per contrappasso. Nei villaggi slavi le case erano quasi tutte di legno e, anche quando erano in muratura, avevano il tetto di paglia. Per tanto, spegnere gli incendi era quasi impossibile. Inoltre, tutti si rifiutavano di accogliere le famiglie sfollate dagli incendi, perché si riteneva che il fuoco le seguisse. Difficilmente gli incendiari colti sul fatto venivano affidati alla giustizia. Molto più spesso venivano bruciati vivi.

FAJERMAN

Il Fajerman è uno spettro con la testa in fiamme che in vita si era distinto nella crudeltà contro gli animali.

TOPIELICA 

Topielica (l’Annegatrice) è lo spirito di una ragazza bellissima annegata nel fiume Bug, che riemerge alla superficie nelle notti di luna piena. Quando scioglie la sua capigliatura bionda, ogni singolo capello sprigiona un suono diverso, che si unisce agli altri in una sublime melodia. La topielica nel frattempo canta canzoni ritmiche e inquietanti, simili al belare di una capra, che ipnotizzano i giovani, fino a perderli nelle profondità del fiume. Per difendersi dal richiamo delle topielice è necessario portare con sé un rametto di sorbo selvatico.folklore slavo

WISIELEC

Wisielec (l’Impiccato) è lo spirito di un suicida. Secondo le credenze popolari, una morte così empia e scandalosa dà la garanzia di consegnare la propria anima al demonio. Mentre il corpo rimane appeso, attirando la mala sorte su tutto il suo villaggio, l’anima viene spazzata via da un potente vento accompagnato da risate stridenti. Chiunque tocchi il corpo di un impiccato, diventa impuro e disprezzato da tutti. Per questo, per rimuovere il corpo dalla sua forca solitamente venivano fatti venire dei forestieri. A volte la loro ricerca richiedeva settimane. Il cadavere veniva trascinato fuori dal centro abitato e seppellito a un crocicchio. L’anima torturata tornava sotto forma di demone Wisielec, riconoscibile dalla corda al collo, dagli occhi spiritati e dalla lunga lingua. Stava in agguato sui rami degli alberi o sotto le travi, e si gettava su chiunque passasse di sotto, per vendicare la propria indegna sepoltura. Se il corpo veniva trattato in maniera vergognosa, grande rispetto si portava invece alla corda, che veniva fatta in tanti piccoli pezzi, ritenuti potenti talismani. Si diceva che chi portava su di sé il pezzo della corda di un impiccato avesse assicurata salute e fortuna. I locandieri erano sicuri che i loro clienti beoni sarebbero tornati a trovarli, e le ragazze sapevano che il pezzo di corda fatale avrebbe preso al lazo molti spasimanti, e non li avrebbe più mollati. Questo perché la corda di un impiccato non perdona.

GLI UPIORY

folklore slavo

Un sottogruppo di spiriti della morte molto nutrito è quello degli upiory, i vampiri slavi, la cui antica tassonomia ha dato forma alla vampiresca narrativa contemporanea. Le caratteristiche degli upiory sono condivise dal Dracula di Bram Stoker, dal conte Orlock di Murnau, dai verbosi dandy vestiti di velluti scarlatti delle Cronache dei Vampiri di Anne Rice, dai nerd tontoloni e obsolescenti con accento slavo di What We Do In The Shadows. Gli upiory, detti anche wampierze, conservano la loro forma umana, ma diventano più grandi e più forti. Hanno lunghe zanne e artigli, e pesso la loro pelle è rossa per colpa del sangue ingurgitato. Possono presentare particolari demoniaci legati alla putrefazione come il naso mancante o una lunga fenditura aperta nella carne della schiena, e puzzano sempre in maniera rivoltante. Non sentono dolore, hanno la facoltà di trasformarsi in vari animali, possono volare e ipnotizzare le loro vittime, facendole addormentare. Le loro vittime, una volta morte, diventano upiory a loro volta.folklore slavo

MARTWIEC

Il Martwiec è un upior rosso diffuso in Ucraina e nel Podlasie. È l’anima di una persona per cui si è portato il lutto troppo a lungo e troppo intensamente, impedendogli di trasmigrare nell’Aldilà. Il cadavere vola sopra ai villaggi su ali membranose, soprattutto nelle notti di luna piena. Ha una forza sovrannaturale, è capace di squartare i più robusti uomini come pezzi di pergamena. Ti fa addormentare, ti strizza il naso con forza e lecca il sangue che ne cola con voluttà, come se fosse vino. A volte attacca gruppi di persone alle feste contadine, e il giorno dopo ci sono solo corpi morti. In questo caso il Martwiec rappresenta episodi di violenza, forse successivi a intossicazioni di massa per segale cornuta o per metanolo.

KASMACHTA

Il Kasmachta (lo Scheletrito) è l’upior di un peccatore dalla forma di scheletro in putrefazione, che attacca i viandanti di passaggio vicino ai cimiteri e fa imbizzarrire i cavalli dal terrore. Rappresenta l’orrore dato dalla visione dal vivo di un corpo in brulicante putrefazione.

SAMOJADEK

Il Samojadek (Colui che si Mangia da Solo) è un antico upior di un uomo che da vivo era stato particolarmente violento e assetato del sangue dei propri nemici. Da morto, il suo upior sorge dalla tomba in preda a una mostruosa fame. Non riesce a placarla nemmeno con delle vittime, e quindi inizia a divorarsi da solo. I pezzi mancanti di muscoli e ossa ricrescono velocemente, quindi il suo tormento non può mai avere fine.

PASKUDY

I Paskudy (Gli Schifosi) sono degli upiory stanziati a branchi nelle caverne dei monti Beskidy, fra Polonia, Cecoslovacchia, Slovacchia e Ucraina. La loro pelle è grigia, hanno occhi verdi e fosforici come gatti e denti triangolari, esattamente come l’icona di Nosferatu, di molto postuma alla loro leggenda. Si dice che da vivi i Paskudy siano stati una piccola etnia contadina stanziata nelle zone dei Beskidy, che era stata sterminata da orde barbariche di passaggio. I sopravvissuti al massacro si erano rifugiati sottoterra, dove avevano abbracciato di spontanea volontà la maledizione dei non morti, per avere l’eternità a disposizione per potersi vendicare dell’orda. I loro corpi diventarono immuni alla fame, al freddo e al dolore, rinsecchendosi, rimpicciolendosi, deformandosi e diventando ipersensibili alla luce. Le loro menti si avvelenarono di odio per tutto ciò che vive. Iniziarono a moltiplicarsi per partenogenesi e a nutrirsi, inizialmente di pipistrelli, ragni e topi. Dopo un anno di letargo, presero la loro forma adulta e iniziarono a calare nottetempo sui villaggi, per bere il sangue degli uomini e del bestiame. E così hanno continuato a fare per millenni.

folklore slavo

WIESZCZY

Il Wieszczy è uomo che fin dalla nascita è destinato a diventare un upior, perché nasce già provvisto di denti. Da morto abbandona la propria tomba, si arrampica sul campanile della chiesa e chiamare con voce agghiacciante i nomi dei suoi familiari. Quelli che lo sentono, sono destinati a morire la notte stessa. Per fermarlo, era necessario disseppellirlo e privarlo della camicia, perché a quei tempi perfino gli upiory si vergognavano a mostrarsi in giro nudi.

SZPUK

Lo Szpuk (Quello che fa Baccano) è un upior di città, diffuso specialmente a Varsavia. Se qualcuno muore con la sensazione che gli è stato fatto un grosso torto, o che non ha adempiuto ai suoi doveri, oppure che il suo patrimonio è oggetto di cupidigia da parte di parenti avidi, diventa uno szpuk e trasloca dalla sua tomba alle soffitte dei raffinati condomini residenziali dove ha vissuto. Di giorno, lo szpuk dorme fra le cose abbandonate nelle soffitte, e di notte, soprattutto durante quelle di luna piena, va in giro a terrorizzare i viventi e a torturarli con una serie di rumori molesti, guaiti e schianti, che tolgono a tutti il sonno. Accumula tesori, e se qualcuno cerca di sottrarglieli, lo ammazza senza pietà e lo trasforma in un nuovo szpuk. Alla fine gli szpuki diventarono così numerosi nella capitale che il verbo szpukowac divenne sinonimo di fare baccano.

WIEŻTYCA

Wieżtyca è un upior che ha la forma di un’enorme falena, che ritorna nella sua casa attirato dal calore dei viventi e ulula sotto le finestre, per la nostalgia del tempo della vita perduta. Si sceglie le vittime più giovani, apre le loro casse toraciche e gli penetra nel cuore. Si nutre, mentre la vittima è in coma, e poi se ne vola via. Nessuno sopravvive al suo attacco, per questo c’era l’usanza di strofinarsi dell’aglio sul petto prima di andare a dormire, soprattutto nel periodo del zapust, (grosso modo il carnevale), quando l’attività demoniaca si faceva più intensa.folklore slavo

STRZYGA

Un celebre ritornante slavo succhiasangue è la Strzyga, che abbiamo visto combattere contro il Witcher nell’omonima serie TV, e il cui nome viene dal latino stryx, che vuol dire civetta. Nell’antichità si credeva che le anime dei morti potessero tornare sulla terra sotto forma di civette, per nutrirsi del sangue dei bambini. La strzyga è un demone molto brutale e sanguinario. Nel Podhale si racconta che le strzygi irrompevano nelle case con la violenza, e succhiavano il sangue dai capezzoli degli uomini, finché non gli crescevano i seni. Originariamente, la strzyga è stata una donna dalla natura talmente doppia da sviluppare anche due anime. Dopo la morte, una delle due anime va nell’aldilà, mentre l’altra si trasforma in demone. I loro corpi sono magri e muscolosi, gli occhi rossi, hanno una doppia fila di denti e artigli lunghi come coltelli. Si possono uccidere in due modi, rimanendo sdraiati a faccia in giù nel loro nido fino all’alba, oppure bruciando la strzyga mentre dorme durante il giorno. Per difendere i bambini dal suo attacco, non si può gettare via dopo il tramonto l’acqua usata per fare loro il bagnetto, e neppure lavarli di venerdì.

folklore slavo

STRZYGOŃ

Anche gli uomini con una doppia anima, una battezzata e l’altra troppo pagana, da morti possono fare questo trick da doppelganger e trasformarsi in strzygoni. Gli strzygoni hanno manie di protagonismo, non rassegnandosi proprio al loro status di morti. Non hanno paura nemmeno della luce del giorno, tornano nei luoghi in cui hanno vissuto, fanno i loro soliti lavori domestici, gli inventari, si infilano nel letto delle loro vedove. Possono diventare violenti, e mordere tutti quelli che incontrano. Odiano le chiese e le immagini sacre, e provano sempre a distruggerle in tutti i modi. Per disfarsi di questo ritornante, bisogna disseppellire il suo corpo, infilargli in bocca un pezzo di carta con scritto il nome del morto, girarlo a faccia in giù, colpirlo sul sedere con il badile, e ricoprirlo nuovamente di terra. Fino a poco tempo fa è esistito anche il gioco dello strzygoń , molto popolare fra i bambini delle campagne. I bambini facevano un cerchio, al centro del quale stava uno di loro sdraiato a faccia in giù. Recitavano una filastrocca, che raccontava quello che lo strzygon fa durante le varie ore del giorno, dormire, russare, svegliarsi. Quando arrivava il momento nella filastrocca in cui lo strzygoń doveva alzarsi, i bambini del cerchio scappavano, e quello che stava sdraiato a faccia in giù li doveva prendere.folklore slavo

Gli upiory in generale rappresentano da una parte l’antichissima, irrazionale paura del ritorno dei morti, e dall’altra il blocco psicologico che la morte genera, la sua natura sempre irrisolta, la proiezione che il morto non abbia finito quello che voleva o doveva fare nella sua vita, che ci siano delle colpe dei vivi rispetto alle modalità della sua morte, o dei torti che gli sono stati fatti in vita che non sono stati riparati, che non sia andata insomma come sarebbe dovuta andare. Quasi la totalità delle morti si accompagna a questi meccanismi psicologici. Virtualmente, tutti noi siamo upiory, e tutti i nostri morti pure. Ecco il perché della grandissima popolarità della figura del vampiro.folklore slavo


Nel prossimo capitolo andremo a conoscere le metamorfosi paranormali nel folklore slavo del più nutrito gruppo di delinquenti dell’umana specie, ovvero le donne, ammaliatrici, svergognate, irrazionali e crudeli.

Stay tuned and see whats’ Baba Yaga’s up to!


Bibliografia

Witold Vargas, Pawel Zych, Bestiariusz Slowianski, Wydawnictwo Bosz, 2018.

Se questo articolo vi è piaciuto e siete interessati ad approfondire l’argomento, nei seguenti link trovate un po’ di bibliografia relativa al folklore e alla mitologia slava. Se apprezzate i nostri contenuti e volete supportare le attività del nostro sito, potete effettuare degli acquisti tramite questi link, non necessariamente dei libri contenuti nella bibliografia, ma di qualsiasi tipo di oggetto. Per farlo, basta accedere tramite il link e successivamente riempire il carrello. Grazie a tutti!

Folklore e mitologia slava

Slavic mythology and folklore

Folklore Slavo


Nota Metodologica _ La maggior parte di queste creature fanno parte del folklore polacco, soprattutto per quello che riguarda la nomenclatura usata. Parecchie però hanno origine o diffusione nelle zone dell’Ucraina, della Bielorussia e della Lituania. Abbiamo pertanto scelto di usare, in modo non strettamente filologico,  la macrocategoria culturale di “folklore slavo” . Le descrizioni delle creature sono traduzioni libere da Vargas e Zych. Le interpretazioni sociali, psicologiche e antropologiche sono nostre. Anche in questo caso, l’ortodossia metodologica non ci interessa. Quello che ci interessa è coltivare, nutrire e far proliferare i frutti della nostra fantasia.


Artisti Di Riferimento

Hans Holbein the Younger https://it.wikipedia.org/wiki/Hans_Holbein_il_Giovane

Ravi Zupa https://www.ravizupa.com/

Jacek Malczewski https://it.wikipedia.org/wiki/Jacek_Malczewski

Marianne-Stokes https://en.wikipedia.org/wiki/Marianne_Stokes

Gustave Doré https://it.wikipedia.org/wiki/Gustave_Dor%C3%A9

Behemoth https://www.behemoth.pl/

Adam Chmielowski https://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Chmielowski

Andrei-Tarkovsky, L’infanzia di Ivan, 1962

Valin Mattheis https://www.instagram.com/strangegodsart/ https://www.strange-gods.com/

Selcha Uni https://www.instagram.com/selchauni/

Aleksandra Waliszewska https://www.instagram.com/aleksandrawaliszewska/

The Phantom Painter https://www.instagram.com/phantom.painting/, https://www.redbubble.com/people/phantompainter/shop?asc=u

Gilles Ketting https://gillesketting.com/

David Wyatt https://www.davidwyattillustration.com/

Danny Malboeuf https://www.kolaboy.com/

Czeslaw Borys Jankowski https://pl.m.wikisource.org/wiki/Plik:Adam_Mickiewicz_-_Dziady_cz%C4%99%C5%9B%C4%87_I,_II_i_IV_p047.png

 Nandor, the one and only

Piotr Jablonski https://www.instagram.com/nicponimsky/

Peter Ondreicka https://medium.com/@leeseorin939/peter-ondreicka-ab6533d41f22

Hyman Bloom https://hymanbloom.com/

Vince Locke https://www.instagram.com/vincelocke/ for Cannibal Corpse http://www.cannibalcorpse.net/

Nagy Norbert https://www.artstation.com/norbface

Albert-Joseph Pénot- https://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Joseph_P%C3%A9not

Edward Gorey https://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Gorey

Chema Gil Ramirez https://www.flickr.com/photos/josemanuelgilramirez/

Vadim Kalabuhk https://www.artstation.com/vadimkalabukh

Vania Zouravliov https://www.facebook.com/Artist.Vania.Zouravliov/

Max Ernst https://it.wikipedia.org/wiki/Max_Ernst

Torna in alto