MALATTIE E RIMEDI SOPRANNATURALI NEL FOLKLORE SLAVO [Parte III]

Le creature del folklore solo a un livello superficiale possono essere definite come il frutto dell’ignoranza. È più vero forse il contrario, ovvero che rappresentano la volontà di conoscere. Dobbiamo considerare che la civiltà contadina, che ha elaborato il folklore nel corso dei secoli,  era un mondo in cui l’analfabetismo era la regola, assieme a un orizzonte conchiuso che finiva nel raggio di pochi chilometri intorno al centro abitato, ovvero fin dove ti potevano portare le gambe, e riportarti indietro a casa prima che facesse buio. Gli unici media che venivano fruiti erano i racconti orali dei viaggiatori, le parabole dei preti la domenica a messa, e i canti popolari durante i matrimoni e le feste. Ebbene, gli abitanti di questo universo così diverso dal nostro si interrogavano costantemente sui suoi misteri, e l’unico strumento che avevano per penetrarli e renderli meno dolorosi era la capacità affabulatoria, la facoltà mitica, il dono trasmesso di generazione in generazione di creare racconti. Crediamo che fosse più che altro trasmesso di madre in figlia, di nonna in nipote, e forse anche di nonno in nipote. Il reame degli uomini adulti doveva ammantarsi di serietà e dignità, per governare il mondo con l’ordine, e non poteva indulgere troppo nelle chiacchiere superstiziose delle donne, a meno di non trovarsi in tempi interstiziali come le feste, in cui l’alcol scorreva e liberava dal giogo del lavoro e della compostezza.Folklore Slavo

Una legione di demoni slavi a sé stanti sono quelli che governano le malattie. I codici del folklore nascono in un tempo in cui le gravidanze avevano una frequenza più o meno annuale nella vita di ogni sposa, non ci si affezionava troppo ai bambini piccoli perché la loro mortalità era altissima, il lavoro era disumano ed esposto a intemperie o ambienti insalubri, la dieta abituale era la denutrizione o un apporto sbilanciato di nutrienti, d’inverno si moriva di freddo e spesso si girava scalzi in mezzo alla neve, le case erano gelide o piene di fumo,  le condizioni igieniche erano disastrose, sia per quello che riguarda la conservazione e la preparazione dei cibi, sia a livello di igiene personale. Inoltre, esattamente come ora – se non di più, considerando le condizioni estreme di vita – le persone cadevano vittime di mali psichici, prostrazioni, depressioni post partum, stati fobici, ansie di ogni natura, per le quali non esisteva una nomenclatura o una conoscenza nemmeno negli ambienti della medicina colta. Nella civiltà contadina, gli esseri umani erano esposti a ogni genere di epidemia e malattia, di cui vivevano e assistevano le drammatiche, arcane e dolorose metamorfosi nei propri corpi e nei corpi dei loro cari senza avere nessun tipo di conoscenza scientifica. Per spiegare una rosa ampissima di stati patologici, arrivarono altrettante creature del folklore.


I DEMONI DELLA MALATTIA NEL FOLKLORE SLAVO

CHOLERA

Cholera viene risvegliata dal male che gli uomini si fanno uno con l’altro. L’entità sente questo male come una tortura di lame e tenaglie affondate nel suo corpo soprannaturale. Quando il male diventava insopportabile, si infuria e sorge. Quando sta per arrivare, i cani abbaiano impazziti, le rondini abbandonano i propri nidi, le talpe urlano sottoterra. Cholera si fa portare negli insediamenti sulle spalle di qualcuno, sotto minaccia di morte. Appena alza la mano sinistra, muoiono a centinaia. Ogni volta che sorge, muoiono intere nazioni. Compare nei sogni dei giusti per ammonirli. Non bisogna mai pronunciare il suo nome, eppure “cholera” era un’imprecazione molto diffusa fra le vecchie generazioni. La poetica e paurosa descrizione di questo demone della malattia rivela un’attenta analisi dell’eziologia delle epidemie, che si accompagnano spesso con la catastrofe della guerra, ovvero il momento in cui gli uomini si fanno il più grande male uno con l’altro. La malattia viene portata nei centri abitati, da vettori umani di contagio, “sulle spalle di qualcuno”, e scuote l’intero creato.Folklore Slavo

CHOROBNIK

Chorobnik (il Portatore di Malattia) è il demone della debolezza. Fa ammalare colpendo prima con una tristezza diffusa, e poi piano piano ti toglie la voglia di vivere. Viene annunciato dal brutto tempo. Serve a dare una spiegazione ai fenomeni oscuri della metereopatia per mancanza di luce e della depressione.

CHICA

Cicha (la Silenziosa) ha fattezze infantili, capelli corvini, pelle pallida, grandi occhi stregati. Porta una corona di papaveri, puzza di cadavere e va a caccia di bambini. Appena li tocca, cadono morti. Cicha rappresenta gli orfani sbandati delle famiglie sterminate in tempi di epidemia, silenziosi, spettrali e traumatizzati, che cercavano di entrare in contatto con gli altri bambini e diffondevano in questo modo il contagio.Folklore Slavo

BIALE LUDZIE

Biale Ludzie (la Gente Bianca) stanno dentro le pozzanghere, e portano le malattie ai viandanti. In Polonia, la malaria è stata endemica fino al XVII secolo, quando le temperature si sono abbassate. Nessuno nella civiltà contadina si sarebbe mai sognato di mettere volontariamente un piede dentro a una pozzanghera.Folklore Slavo

DUSIOL

Dusiol (lo Spiritato o Colui che Soffoca) è un demone del sonno che schiaccia il petto delle loro vittime, tappa loro la bocca e il naso con i suoi artigli, e soffia dentro all’orecchio brividi, febbri e malattie. Può stritolarti i muscoli e perfino le ossa. A volte ti apre un buco nel petto e ti ferma il cuore. Rappresenta un malore notturno con sensazioni di soffocamento che può degenerare in infarto o ictus.

FEBRUA

Februa ha l’aspetto innocente di una giovane bellissima. Gira di notte, guarda attraverso le finestre e segna le case con strani simboli, che indicano chi e quando riceverà una sua visita. In realtà è una nebbia che cova sottoterra. Si trasforma per uscire sulla superficie e poi ridiventa nebbia, per entrare dentro ai corpi attraverso le labbra dei dormienti e insediarsi nei polmoni, provocando malattia, brividi e febbri. Gli esperti di stregoneria conoscevano dodici febbri diverse, ognuna con un nome proprio, che andavano scritti e legati al collo dei malati e poi buttati nel fuoco. Questo perché secondo i dettami della stregoneria, il nome imprigiona. Il comportamento di februa descrive il contagio di una malattia respiratoria per via area e droplet.Folklore Slavo

GADZON

Gadzon (il Rettile) è un serpente mandato dagli stregoni sulle case per privarle della fortuna, la cui base era il latte che danno le mucche. Se c’è un gadzon nei paraggi, tutte le vacche da latte si ammalano, e smettono di farlo. Il gadzon può entrare anche nelle persone, soprattutto nei bambini. Si localizza nelle viscere. I bambini infestati dal gadzon sono molto deboli e hanno attacchi di narcolessia. Questo demone sembra la descrizione popolare di una malattia epizootica, di un’infezione intestinale, o un’infestazione da parassiti.Folklore Slavo

GRESZK

Grzeszk è legato al corpo, al lavoro, alla povertà e alla fatica. Rompe le ossa e causa terribili mal di schiena, specie con il cambio del tempo. Si può cacciare con frizioni di veleno di formiche e sferzate con ortiche. Non appena il greszk viene esorcizzato, entra immediatamente in un altro degli astanti. Questo perché tutti lavorano allo stesso modo e riportano grosso modo gli stessi danni.

KUKA

Kuka è un demone che viene scatenato contro le vittime dalla magia nera delle streghe. Deve essere in qualche modo ingerito e prende possesso del cervello. L’infestato si muove in modo spastico, parla da solo, dice cose strane, evita la compagnia degli uomini e le funzioni religiose. Diventa isterico alla vista dell’acqua santa. Kuka rappresenta gli effetti della demenza, o di un tumore cerebrale.

MACICA

Macica (l’Utero) è un parassita con migliaia di piccole zampe che ogni essere umano, indipendentemente dal sesso, ospita. Sta all’altezza dell’ombelico, e quando muore, muore anche il suo portatore. Quindi bisogna prendersene cura. Se fai vita poco salubre, mangi male e ti stressi, la Macica si innervosisce e ti pianta dentro le sue mille unghie, procurandoti gli stessi danni dell’ulcera. Per farla calmare bisogna disgustarla, con suffumigi d’ambra, vodka mista a sterco d’oca, peli del fondoschiena e capelli bruciati. La macica rappresenta quindi un incrocio fra l’ulcera e la meno nota menstrual envy.

MOROWA DZIEWICA

Morowa Dziewica (la Vergine della Pestilenza) ha l’aspetto di una ragazza magrissima, dall’aria cagionevole, pallida, vestita di bianco come i morti. È la personificazione dell’aria malsana che porta la peste. Costringe i viandanti a caricarsela in spalle e portarla nei villaggi, dove sventola un fazzoletto insanguinato. La sua comparsa getta tutti nel panico, provocando fughe di massa nei campi e nei boschi. Fra quelli che rimangono, molti si danno al saccheggio e all’incendio. I legami familiari scompaiono, la gente è preda della follia, e le strade si riempiono di cadaveri a cui nessuno riesce a dare sepoltura. Per difendersi dalla Morowa Dziewica, che rappresenta soprattutto i devastanti effetti psicologici e sociali delle epidemie, si facevano cerchi intorno ai villaggi, con aratri trainati da buoi gemelli.Folklore Slavo

HOMEN

Homen è una carovana di spettri che segue le epidemie, cantando e ballando dietro al carro nero della pestilenza. Dove passa l’homen, gli uomini e gli animali muoiono, il cibo marcisce, e gli oggetti inanimati si trasformano in polvere. Questa entità richiama alla mente le Totentanz, feste orgiastiche con danze e canti che avvenivano spesso nei cimiteri durante le epidemie, in cui le persone, rese folli dai traumi della perdita dei cari e dalla paura del contagio, abbracciavano la morte durante l’ultima festa collettiva. A chi li vedeva sollazzarsi istericamente nei cimiteri, dovevano sembrare un fenomeno soprannaturale.Folklore Slavo

GOSCIEL E I KOLTUNY

Gosciel (l’Ospite) è un essere invisibile che abita dentro ognuno di noi. Non dà problemi finché non si sente in pericolo a causa dello stress, delle correnti d’aria, della cattiva alimentazione. A quel punto inizia a circolare nel corpo dell’ospite, cercando una via d’uscita e causando male nelle ossa, a volte anche la paralisi. L’unica speranza di guarire è farsi venire i rasta, detti koltuny, che secondo la medicina popolare della civiltà contadina polacca sono un rimedio contro molti mali. Più sono grossi, puzzolenti, pieni di sporco e di sangue rappreso, meglio è, perché vuol dire che l’essenza del gosciel o di qualunque altro malanno sta penetrando dentro di loro. Appena i dolori cessano, è necessario tagliare i rasta, perché vuol dire che la malattia ha abbandonato il corpo e si è insediata lì dentro. Folklore SlavoCi sono almeno trenta tipi di koltuny diversi, ci sono quelli tranquilli e chillati, i giovani guerrieri, i maschi, le femmine da cui nascono i pidocchi. Possono essere usati per fare cabale curative di varia natura. Ad esempio per certe terapie, un volta tagliati, vanno intrecciati in forma di molteplici nidi e messi nei sottotetti. Ma non si scappa, i rasta ti vengono quasi sempre a causa della magia nera, e possono anche essere trasmessi per contagio o ereditati.Folklore Slavo


Dopo questo escursus nella medicina popolare slava, nel prossimo capitolo andremo a familiarizzarci con le creature del folklore slavo più macabre e nere, quelle preposte alla morte. Conosceremo anche i multiformi upiory, i primi vampiri della modernità europea.

Stay Tuned for More Slavic Goth Batshit-Crazy Creatures!


Bibliografia

Witold Vargas, Pawel Zych, Bestiariusz Slowianski, Wydawnictwo Bosz, 2018.

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Folklore e mitologia slava

Slavic mythology and folklore

Folklore Slavo


Nota Metodologica _ La maggior parte di queste creature fanno parte del folklore polacco, soprattutto per quello che riguarda la nomenclatura usata. Parecchie però hanno origine o diffusione nelle zone dell’Ucraina, della Bielorussia e della Lituania. Abbiamo pertanto scelto di usare, in modo non strettamente filologico,  la macrocategoria culturale di “folklore slavo” . Le descrizioni delle creature sono traduzioni libere da Vargas e Zych. Le interpretazioni sociali, psicologiche e antropologiche sono nostre. Anche in questo caso, l’ortodossia metodologica non ci interessa. Quello che ci interessa è coltivare, nutrire e far proliferare i frutti della nostra fantasia.


Artisti Di Riferimento

Leonora Carrington  https://it.wikipedia.org/wiki/Leonora_Carrington

Babs Webb https://www.instagram.com/babswebb/?hl=it

Salvator Rosa https://it.wikipedia.org/wiki/Salvator_Rosa

Aertgen Van Leyden https://pl.wikipedia.org/wiki/Plik:Aertgen_van_Leyden_003.jpg

Witold Pruszkowski https://culture.pl/pl/tworca/witold-pruszkowski

Louis Wain https://www.wikiart.org/en/louis-wain

K-Knadle https://www.instagram.com/k.knadle/

Paulina Siniatkina https://www.instagram.com/paulina_siniatkina/?hl=it

Aleksandra Waliszewska https://www.instagram.com/aleksandrawaliszewska/

Rudolf Schwarzkogler https://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_Schwarzkogler

Mark Hempel https://www.instagram.com/marc_hempel/

Bucranio https://www.collezionegalleriaborghese.it/en/opere/ara-circolare-con-bucrani-e-ghirlande

Jessie Wilcox Smith https://en.wikipedia.org/wiki/Jessie_Willcox_Smith

https://pl.wikipedia.org/wiki/Ko%C5%82tun

Ebrahel Lurci https://www.ebrahellurci.com/

 https://www.instagram.com/ebrahelurci/reels/

Richard Avedon https://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Avedon


 

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