Durante la sua relazione con Brian Jones, Nico fa uno degli incontri cruciali della sua vita, incappando nel grande fabbricante di icone e superstar, Andy Warhol, che, come tutti, ne rimane affascinato. Se prima di proseguire con la lettura volete recuperare la prima parte dell’articolo, andate qui.Warhol descrive il loro primo incontro con queste parole: “Nico ci chiamò da un ristorante messicano e noi ci precipitammo subito da lei. Sedeva a un tavolo davanti a un bicchiere da cocktail, ficcava le sue lunghe dita sottili nella sangria, cercando di tirare fuori le fette di arancia impregnate di vino. Quando ci vide, piegò la testa di lato, si tirò indietro i capelli con l’altra mano e, molto lentamente, disse: “Mi piace solo il cibooo che galleggia nel viinoo.” (…) Non avevo dubbi sul fatto che fosse la più bella creatura mai esistita sulla terra.”In effetti Nico in questo periodo è bella come non mai: lunghe ciglia finte, trucco anni Sessanta che ingrandisce gli occhi enormi, ovale perfetto e bocca carnosa, che si socchiude a volte su una fila di denti candidi.
Con Andy condivide l’ossessione nei confronti della gente troppo fisica ed appiccicosa. Entrambi odiano essere toccati. Warhol perde la testa anche per il fatto che Nico “si veste stupendamente, molto mod, con pantaloni di lana bianca, blazer a doppio petto, maglioni a collo alto di cashmere beige e scarpe da pellegrino con grandi fibbie.” Rispetto al suo carisma, riferisce: “Nico rappresentò un nuovo tipo di superstar femminile. Sia Baby Jane che Edie erano estroverse, americane, socievoli, brillanti, entusiaste, loquaci, mentre Nico era enigmatica e di poche parole. Se le chiedevi qualcosa poteva risponderti dopo cinque minuti. Quando la descrivevano, usavano espressioni come “memento mori” e “macabra”. Non era tipo da salire su un tavolo e mettersi a ballare, come potevano fare Edie o Jane; in effetti era più facile che si nascondesse sotto il tavolo piuttosto che danzarci sopra. Era misteriosa ed europea, una vera dea lunare.”Billy Name, il fotografo della Factory, la ricorda come “una dea, in arrivo dal Walhalla. Era pura bellezza. (…) Tutte le altre ragazze della Factory indossavano minigonne, lei era sempre vestita con completi da uomo, bianchi o neri. Era davvero diversa. Tutta la gente della Factory parlava di continuo. Lei era molto silenziosa, parlava solo quando qualcun altro le rivolgeva la parola. (…) Tutti noi eravamo stregati da Nico. Era una creatura affascinante, assolutamente non esibizionista o sopra le righe, una che esercitava una specie di controllo magnetico. E non portava mai roba a fiori come gli hippy, indossava sempre quei pantaloni neri, oppure bianchi. Era una vera bellezza nordica.”Paul Morrissey, regista e collaboratore di Warhol, dice: “Nico era spettacolare. Aveva un carisma pazzesco. Era interessante. Era particolare. Aveva una magnifica voce profonda. Aveva un aspetto straordinario. Era alta. Era un personaggio unico.” Morrissey la ritiene la donna più bella del creato e quando esce con lei si mette sempre in tiro, cosa che non fa per nessun altro. Le dice sempre di non sorridere nelle foto, perché le persone belle non devono sembrare felici. Nello stesso tempo è l’unico della Factory capace di farla ridere.Andy Warhol, in questo periodo, proprio su consiglio di Morrissey, decide di buttarsi nella pop-music e segue i Velvet Underground, un gruppo di tossici meschini e sbandati che fanno la musica più rumorosa e decadente mai sentita dopo Wagner. Morrissey è dell’opinione che sul palco con loro ci debba essere qualcun altro, una ragazza di assoluta bellezza che faccia da contrasto con tutto quel degrado. I Velvet in realtà non ne vogliono sapere. Nico li incontra sulla Quarta Strada, nel Cafè Bizzarre. Da quel momento perde completamente quel poco di interesse che le era rimasto per il mondo della moda. Vuole stare solo con “the underground people”. Lou Reed le piace subito, nonostante il suo cinismo e la sua cattiveria.
Al Aronowitz dice che un uomo, per piacere a Nico, doveva assolutamente “sembrare mezzo morto”. Aronowitz fornisce anche una descrizione inedita della Silver Factory: “Tutti quei mostriciattoli arroganti mi disgustavano, con la loro arroganza e le loro scenate, il modo in cui camminavano, dandosi un sacco di arie. Era tutta una posa. Nico divenne una di loro, comportandosi perfino allo stesso modo, ma se la cavava sempre perché era così bella. In fondo anche a me la gente perdonava un sacco di cose perché sapevo scrivere.” E insomma Nico è infatuata di Reed, tanto che lo fa traslocare nel suo appartamento, dove lui le scrive i pezzi che canterà nel disco: “Era così bello. Una volta gli dissi, sarò il tuo specchio.” Lou Reed e Nico hanno una storia, destinata ad implodere per questioni di ego, droga e narcisismo patologico. John Cale ricorda: “Lou voleva sempre fare la reginetta ed era capace di sputare le peggiori cattiverie su chiunque gli stesse intorno. A Lou piaceva correre in branco e la Factory era piena di altre regine con cui sbizzarrirsi. Ma Lou era elettrizzato da Andy e da Nico. Era completamente in soggezione di Andy perché non riusciva a credere che qualcuno potesse essere così buono e nello stesso tempo così malizioso, nello stesso modo perverso di Lou, con l’umorismo pesante tipico di molti travestiti. Lou cercava di competere. Sfortunatamente per lui, Nico ci riusciva meglio. Nico ed Andy avevano un approccio leggermente diverso, ma tutti e due riuscivano inevitabilmente a zittire Lou.”
La loro storia rimane indefinita, fra amore, odio, repressione, psicologismi, sesso più o meno consumato, conflitti cerebrali e gelosie artistiche. Nico si consola con John Cale, che succede a Lou Reed come coinquilino nel suo appartamento nell’Upper West Side. Durante le sessioni di registrazione, Nico è depressa e ha crisi di pianto. Andy Warhol ricorda: “Per l’intero periodo di realizzazione dell’album nessuno sembrava contento di come andavano le cose, Nico in particolare. “Voglio assomigliare a Boooob Dyyylaaaaan”, si lamentava, turbata in quanto non ci riusciva. I Velvet non volevano trasformarsi nel gruppo di accompagnamento di una chanteuse, ma paradossalmente, Lou scrisse, perché le cantasse lei, le canzoni più belle, come Femme Fatale, I’ll Be Your Mirror, All Tomorrow’s Parties. La sua voce, i testi, le sonorità create dai Velvet erano, messi insieme, totalmente magici.”È il 1966. Nico e i Velvet, assieme ad altri habitué della Factory, iniziano ad esibirsi con una performance noise sadomaso, l’Exploding Plastic Inevitable. Fanno una spettacolare esibizione al Convegno Annuale di Psichiatria, dove Barbara Rubin gira fra il pubblico chiedendo: “Com’è la sua vagina?” “Il suo pene è grosso abbastanza?” “Gliela lecchi spesso? Perché ti imbarazzi, sei uno psichiatra, non dovresti imbarazzarti!” In questa occasione Edie Sedgwick prova senza successo a cantare, ma capisce di non essere più la Girl On Fire, la favorita di Andy, di essere stata detronizzata da Nico. Warhol riferisce: “Nico ed Edie erano così diverse che non aveva alcun senso fare un paragone fra loro. Nico era molto distaccata, mentre Edie era tutta effervescente.” La tournée degli Exploding Plastic Inevitable approda al Trip di Los Angeles. Vi vengono fatte tre esibizioni, che vengono viste dai Mamas and Papas e anche da un giovane Jim Morrison, ancora studente all’Ucla, che copia il look in pelle nera attillata di Gerard Malanga e che torneremo ad incontrare più avanti nella nostra storia.I Velvet Underground si fanno odiare dagli hippy al Fillmore East, il celeberrimo locale di Bill Graham, che assieme all’Avalon è il luogo fisico dove è nata la scena hippy. Mary Woronov, attrice di culto di Warhol e Roger Corman, ricorda: “Non ci volevamo nemmeno andare, a San Francisco. La California era davvero strana. Non erano affatto come noi. Quelli ci odiavano. Prima di tutto, eravamo vestiti di pelle nera, mentre quelli si vestivano con colori sgargianti. Loro dicevano cose tipo che figata ragazzi, un vero happening! Noi leggevamo Jean Genet. Noi eravamo per il sadomaso, loro per l’amore libero. A noi piacevano un sacco i gay, mentre la West Coast era totalmente omofobica. Di conseguenza, loro pensavano che noi fossimo il male, noi pensavamo che fossero scemi.”Il ’66 è un anno molto intenso per Nico, oltre al tour di Exploding Plastic Inevitable, compare anche nel film di Warhol e Morrissey Chelsea Girls, dove, all’interno della colonna sonora, avviene anche il suo battesimo del fuoco come cantante.Un altro grande artista che si innamora di Nico nel 1966 è Leonard Cohen. È uno dei pochi, forse l’unico di questo periodo, a riuscire a guardare oltre la sua bellezza abbagliante, a capire il suo talento, quanto fosse grande e quanto sia stato sottovalutato. “Era uno dei pochi veri talenti in circolazione nel music business. (…) Nico cantava al Dom, uno dei locali di Andy Warhol. Era uno spettacolo quasi insostenibile. Penso che fosse la più bella donna che avessi mai visto con i miei occhi. Camminai fino a davanti al palco e stetti fermo davanti a lei, finchè il pubblico non mi spinse via. (…) Riuscii a farmi presentare e lei, dopo neanche cinque minuti di conversazione, mi disse che potevo scordarmela, perché a lei piacevano gli uomini belli e giovani. Ma disse anche che le sarebbe piaciuto molto essere mia amica. Così diventammo amici. (…) Sono stato pazzamente innamorato di lei, accendevo candele, pregavo, facevo rituali, incantesimi, portavo amuleti perché lei mi ricambiasse, ma non è mai successo.” Secondo Andy Warhol, l’influenza di Nico si sente nel modo in cui, dopo aver passato un sacco di serate a guardare le sue esibizioni al Dom, Cohen si sia messo a cantare “come se trascinasse una nota lungo tutta la scala cromatica”.Ronnie Cutrone, assistente di Andy Warhol e artista pop, ricorda Nico come troppo strana per averci qualsiasi tipo di rapporto: “Non era una di quelle donne con cui ti metti o di cui ti innamori o con cui puoi suonare o uscirci insieme. Nico era davvero strana. In un certo senso era molto fredda e riservata, e allo stesso tempo insicura in un modo irritante. Nico era l’esatto opposto di una persona cool, perché non riusciva a uscire di casa senza guardarsi allo specchio per un’infinità di ore. “Rooonieee, come mi sta questoo?” e accennava a qualche passetto di danza. E io le dicevo: “Cazzo, Nico, andiamo a ballare!” Sì, era la Principessa di Ghiaccio, era meravigliosa, la classica biondona da infarto. Ma Nico era un tipo strano, era bizzarra, ecco cos’era. Bella, ma fottutamente bizzarra, tutto qui. Non potevi avere una storia con Nico.”
Nella ’66 Nico ed Andy compaiono insieme in una foto vestiti da Batman e Robin. A proposito, Andy ricorda: “L’immagine di Batman quell’anno era molto popolare, perché in febbraio la televisione aveva trasmesso il remake della serie, per cui l’omosessualità era diventata un prodotto di massa a tutti gli effetti.”Nel maggio del 1967 Nico viene estromessa dai Velvet Underground. Nonostante ciò, continua a collaborare con Lou Reed, che le fornisce una cassetta di basi per le sue prime performance soliste. Collabora anche con Cale, che nel ’68 le regalerà il suo harmonium e la seguirà per buona parte della sua carriera, producendo i suoi dischi più importanti. Nello stesso anno Nico pubblica il suo primo disco solista, Chelsea Girl. Ma non lo amerà mai, per via delle eccessive ingerenze della produzione, che impone un suono che non le piace, troppo poco ruvido, troppo fricchettone, con gli archi in evidenza e l’insopportabile flauto. Jackson Browne è autore di alcune canzoni, come These Days. Browne è molto giovane allora, ha sedici anni, e spesso accompagna Nico nelle sue performance dal vivo. Lui e Nico hanno una storia insieme.Danny Fields, un habituée della Factory e collaboratore dei Doors, ricorda Nico in questo modo: “Era così impressionante da guardare. I ragazzi avevano paura di lei.” È stato proprio Fields a presentarla a Jim Morrison perché pensava che potessero formare una bella coppia. Quando vengono presentati, Nico e Jim Morrison se ne rimangono in due punti lontani della stanza. Non si considerano a vicenda, fissano il pavimento. Poi i testimoni li ricordano impegnati in una specie di lotta rituale/sciamanica, in cui Jim Morrison ad un certo punto trascina Nico per i capelli. Nico scappa nella stanza di Fields: “Daanny? Penso che vooglia uccidermi.” Infine Morrison si spoglia e si mette a camminare nudo su un cornicione, mentre lei sta in piedi dentro alla fontana in cui lui aveva cercato di affogarla e piange. “Questo fu il primo giorno della loro storia”. Nell’85 Nico ha commentato: “Ci siamo picchiati a vicenda perché eravamo sbronzi e ci piaceva la sensazione.” Morrison, nel periodo in cui si conoscono, è in piena fase metamorfica, dalla superficie dello pseudo-sciamano visionario con le guance scavate e i pantaloni di pelle a quello che è nel profondo, un alcolizzato orribile, razzista e molesto, con il vizio di schiaffeggiare pubblicamente le ragazze che si accompagnano a lui. Con Nico il rapporto è, a quanto pare, migliore. Diventano amici, si amano teneramente e si scambiano il sangue durante un viaggio nel deserto. Vanno spesso nel deserto insieme, dove si procurano visioni con il peyote. Stanno insieme per un mese scarso, fra il luglio e l’agosto del 1967. Nico ha dichiarato: “Lui è stato per me come un fratello spirituale. È stato lui a dirmi di scrivere da sola le mie canzoni.” Viva, una delle superstar di Andy Warhol, che non stimava molto Nico, ritenendola falsa e completamente vuota, racconta che Nico era ossessionata da Jim Morrison, che si portava sempre dietro una sua foto e la pregava prima di andare a letto in stile altarino. In effetti, Nico ha detto che Jim Morrison è stato il primo uomo di cui si sia davvero innamorata. Si tinge i capelli di rosso perchè sono un personale feticcio di Morrison. Avrebbe voluto sposarlo ed avere un figlio da lui. In un certo senso lo ha avuto, perché è stato Jim Morrison a spingerla a scrivere da sola le sue canzoni.È così che, fra il ’68 e il ’69, nasce quel capolavoro di The Marble Index. Che sia il suo disco migliore, non lo pensiamo solo noi, ma anche Nico stessa. Nello stesso periodo, Danny Fields porta alla Factory un nuovo gruppo messo sotto contratto dall’Elektra, gli Stooges. Gli Stooges volano a New York a registrare il loro omonimo album d’esordio, e il prescelto per registrare il disco è John Cale. “Quando cominciammo a registrare, Nico e John Cale stavano seduti in cabina come due membri della famiglia Addams. Cale aveva un mantello stile Dracula con un grande cappuccio. (…) Nico lavorava a maglia. Per tutta la durata della registrazione dell’album, lei ha continuato a lavorare a maglia, forse stava facendo un maglione. (…) Stava lì a sferruzzare e ripeteva continuamente “Ja, ja, questo è buono, è migliore dei Velvet.” , racconta il cantante degli Stooges. Nico inizia subito a portarselo in giro, questo cantante. E’ James Osterberg, meglio noto come Iggy Pop. “Lei era così alta e lui così basso, e si tenevano per mano, come due fidanzatini.”, ricorda Ron Asheton, il chitarrista degli Stooges. Danny Fields ha dichiarato: “C’era da aspettarselo che Iggy potesse essere uno di cui Nico si sarebbe innamorata. Era tutto ciò che lei cercava in un ragazzo: aveva un’aria ferita ma era brillante. Era fragile ma con una tempra d’acciaio. Quindi non fu una gran sorpresa. Nico si innamorava di chiunque fosse estremamente intelligente, pazzo furioso o malato.”
Iggy ha ricordi contrastanti di Nico, che rivelano a tratti una grande sensibilità e capacità di osservazione: “Io e Nico facevamo l’amore spessissimo, praticamente tutto il giorno. Nico era qualcosa di veramente speciale. Mi piaceva davvero un sacco. Non ero in grado di innamorarmi veramente di qualcuno, ma ero molto felice ed eccitato di averla vicino. Era più vecchia di me e veniva da lontano. Quella era una cosa che mi piaceva da impazzire. Il suo accento veniva da lontano, tutto di lei sembrava venire da lontano. Inoltre, era una persona estremamente forte. Era come uscire con un uomo, solo che aveva le forme di una donna; quella era l’unica differenza, per tutto il resto era come uscire con un uomo forte, un egocentrico artistoide. Diceva spesso la sua sul mio lavoro, parlava di questo, quello e quell’altro, poi all’improvviso quella maschera cadeva e appariva tutta la sua vulnerabilità. E quando la guardavo pensavo: ecco una donna sopra i trenta, non più una modella, non un’entità commerciale di qualsiasi tipo, nel grande business chiamato America, cosa cazzo può fare? Nico aveva un alone di tristezza che la circondava. Aveva il look di una star di livello internazionale, aveva gli stivali giusti, il giaccone di montone, i capelli giusti, e conosceva gente al livello giusto, eppure era un tipo incasinato. C’era qualcosa di speciale in lei. Era una grande, grande artista. Stare con lei era davvero il massimo.” Nico gli piace talmente tanto che Iggy se la porta nella terrificante roccaforte degli Stooges. La Fun House è territorio maschio di sbronze, musica to play at the maximum volume only, banchi di nebbia al THC, scopate una botta e via con minorenni strafatte, esercitazioni stonate di tiro con armi da fuoco, amenità goliardiche tipo mangiarsi le caccole in mezzo a stuoli di piccole groupie adoranti e dementi. Questo luogo darà il nome ad uno dei primi dischi degli Stooges. Nico sta per lo più nell’attico con Iggy, oppure cucina per tutti piatti di riso piccantissimo abbinato con costosi vini francesi. È così che gli Stooges hanno un ritorno di fiamma per l’alcol, soprattutto Iggy, le cui performance dal vivo ne risentono molto. Ron Asheton ricorda che gli Stooges erano infastiditi dalla presenza di Nico, che facevano l’imitazione del suo modo di parlare, perché non volevano donne fra i piedi durante le prove, o meglio, donne nel loro territorio che si ponessero su un piano di parità rispetto a loro. Piano piano Iggy si adegua al branco. Danny Fields dice che in questo periodo Nico lo chiamava sempre dicendo: “Non zo ze mi ama ancoraa, miii ig-noooraaa, è cozì cattiiivo con meee.”
In un’altra dichiarazione, Iggy afferma: “Lei mi ha preso che ero un moccioso ingenuo, pelle e ossa, e mi ha insegnato come si lecca una figa e tutto sui migliori vini tedeschi e gli champagne francesi. Era meravigliosa. (…) Uscire con lei era un po’ come scoparsi il proprio fratello maggiore. Aveva quasi dieci anni più di me; aveva trentun anni, mentre io ne avevo ventuno.”Iggy Pop trae molti insegnamenti dalla frequentazione: “Nico mi diceva sempre: “Zhimmy, o Zhimmy, devi essere completamente intossicato per fare quello che fai. Tu sei intossicato solo in parte, devi esserlo completamente.” Voleva dire che avevo ancora troppa umanità. Poi mi imbottiva di vini rossi dai nomi francesi che non avevo mai sentito nominare in vita mia. Fu così che imparai tutte quelle stronzate: fu allora che imparai a modulare la mia voce, a indossare completi azzurrini e a trattare con i dirigenti delle case discografiche.” Nico lascia in eredità a Iggy anche qualcos’altro, di cui ci racconta Ron Asheton: “Nico rimase con noi per molto tempo, quasi tre mesi. Iggy non disse mai se era o no innamorato di lei, ma ricordo che quando lei se ne andò, Iggy scese dalle scale in cerca di aiuto. Venne da me e mi disse: “Credo … credo che ci sia qualcosa che non va. Tu sai dirmi che cosa?” Tirò fuori il cazzo, se lo strizzò ed uscì della gelatina verde. Io gli dissi: “Fratello, hai lo scolo.” Nico regalò ad Iggy la sua prima dose di scolo.”Nico ed Iggy si ribeccheranno negli anni Settanta, incattiviti dalla vita, dall’amarezza del successo e dall’eroina. Iggy, impressionato dall’aspetto orribile della sua ex-maestra, la umilierà soffiandole in faccia una dose che intendeva usare per ammaliarlo. Quello che rimane del loro amore giovanile è il video di Evening of light, dove un Iggy Pop ventunenne, con la faccia dipinta di bianco e una T-shirt con la scritta “rational”, aiuta Nico ad officiare una specie di rito pagano nei campi.In questo video Nico ha già i capelli tinti di scuro. È felice perché tutti le dicono che sta malissimo e le consigliano di tornare bionda. A questo proposito, Paul Morrissey ricorda: “Ad un certo punto, Nico cominciò a provare una specie di rancore per il proprio bell’aspetto. Odiava il fatto che la gente pensasse che fosse bellissima. Pensava che essere bella fosse una specie di disgrazia. Ma in quei giorni fare la modella non era considerato una cosa artistica, sai, artistico era essere come Janis Joplin, urlare sul palco a pieni polmoni prima di morire di droga. Nico era così felice che le dicessero che fosse brutta…”. Ma, oltre all’aspetto “artistico”, forse c’è qualcos’altro che Nico non sopporta più: la condiscendenza di Marcello ne La Dolce Vita, quella di molti uomini che, quando hanno a che fare con una donna molto bella la trattano come una minorata mentale, oppure come un oggetto a proprio uso e consumo. Soprattutto se ha un carattere e un modo di fare non convenzionali.
Nel ‘69 e nel ‘70 Nico vive in Italia con Philippe Garrel, un regista di scuola godardiana con cui si trova a condividere la stessa visione del mondo. Stanno a Positano, dove lei scrive Desertshore. Poi si trasferiscono a Parigi. Si considerano a vicenda la quintessenza dell’artista e passano le loro giornate in un appartamento concesso dal padre di Garrel, in Rue de Richelieu, senza luce, senza gas, senza acqua calda, mobili, cucina né decorazioni, con ogni superficie della casa piena di mozziconi di sigaretta. Stanno tutto il giorno avvolti in coperte, senza parlare, strafatti di roba dalla mattina alla sera. Nico ama stare al buio ed abitare in appartamenti senza elettricità, tratto documentato fin dai tempi della Factory, da una storia che ebbe con un collezionista di Warhol, Fred Hughes. Una volta Hughes sta via per un paio di mesi, e quando torna Nico gli viene incontro nel suo appartamento con un candelabro in mano. Per una dimenticanza rispetto ai pagamenti delle bollette, la luce era stata staccata un mese prima. Hughes è mortificato, ma Nico lo rassicura: “Oh nooo, non c’è prooblemaaa.” Nico e Philippe Garrel fanno insieme una decina di film sperimentali, il primo dei quali si intitola La Cicatrice Interiore, perché Garrel era stato appena sottoposto ad un trattamento con l’elettroshock, e “la pazzia è come una cicatrice sul cervello.” Garrel continuerà a girare film su Nico anche dopo che si saranno lasciati, come ad esempio J’entends plus la guitare, del 1991, dove l’avatar di una Nico ormai morta è Johanna Ter Steege.Nel periodo in cui sta con Garrel, Nico inizia a frequentare un giovane musicista, Lutz Ulbrich, che sotto la sua influenza diventa tossicodipendente. “Dai, prendine un po’, è così buona.”, gli dice lei. Sono amanti per cinque anni e ad un certo punto, come tutte le coppiette tossiche, iniziano a litigare furiosamente. Un giorno sono insieme al Chelsea Hotel, Nico colpisce Lutz in testa con un ferro e lui cerca di strozzarla. Rinsavisce solo quando si ricorda che Sid aveva ucciso Nancy poche stanze più in là.Nonostante i problemi connessi alla droga, Nico continua a fare dischi, specializzandosi su un inedito immaginario desolato, cupo e demoniaco, con danze macabre, solitudine, tempeste, visioni esoteriche, crossing over fra varie tradizioni musicali europee ed extra-europee, di vari tempi e luoghi, dall’Arabia alla musica medievale. In un certo senso, musica visiva: “E’ come per le opere di Fitzgerald, io devo sempre vedere un suono. Un suono che non posso solo ascoltare.” Nel 1973 Nico si esibisce al Festival di Bataclan, dove si imbatte in Franco Battiato, all’epoca ventottenne di bellissime speranze che sperimenta con elettronica e kosmische musik. A metà degli anni Settanta, Nico incide The End, con Brian Eno al sintetizzatore.Nel 1979 Nico suona nel tempio del punk rock americano, il CBGB. Lunati, autore di una sua biografia in italiano, racconta che fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta la generazione postpunk elegge Nico come loro icona. Fra i suoi fan ci sono John Lydon di Sex Pistols e PIL e Dave Vanian dei Damned. Marianne Faithfull le dedicarà Song for Nico, una biografia cronologica di tutti i suoi lutti “She’s in the shit, though she’s innocent. Yesterday is gone, there’s just today, no tomorrow. Yesterday is gone, there’s just today, no more.” I Bauhaus la invitano sul palco con loro a suonare una cover di Waiting for My Man. Patti Smith le regala un harmonium dopo che il suo viene rubato. Siouxsie la vuole nel suo tour, dove i punk, poco inclini al suono dell’harmonium, la contestano. Nico non si fa intimidire: “Se in questo momento avessi una mitragliatrice, vi ammazzerei tutti.” Nell’82 si trasferisce a Manchester.
Alla fine della sua vita, Nico si trasforma in una megera con gli occhi pallati e vitrei, i denti anneriti dalla droga, lo sguardo fisso, le palpebre spalancate. In alcuni concerti sembra davvero la personificazione della Morte. Nonostante ciò, continua a trasmettere qualcosa di fortemente erotico, come ricorda il suo ultimo manager Alan Wise: “Ne fui immediatamente attratto, mi piacque da subito.” E questo nonostante non sia più la dea in stile Marlene del Chelsea Hotel. Spesso, come i primi periodi a Saint Tropez, scambiano Nico per un uomo. Ma il suo tastierista riferisce che lei amava avere i denti guasti, i capelli grigi, la pelle flaccida e tutti i segni delle iniezioni di eroina sul corpo: “Le piaceva. Questa era la sua estetica.” Nei tour che fanno lei e la sua band, Nico si trasforma nella regina del furgone. Il furgone di Nico in tour costituisce un piccolo mondo a sé, pieno di imboschi per la droga. Appena compaiono all’orizzonte le guardie di frontiera, Nico, con grande nonchalance, mette in mano ai suoi musicisti le cose più compromettenti, tipo i pacchi di siringhe. Quando qualcuno la fa incazzare, tira fuori il coltello. Una volta fa finire il furgone fuori strada perché di punto in bianco si mette ad urlare e cerca di accoltellare il suo manager. Sui suoi documenti, alla voce residenza, c’è scritto senza fissa dimora. L’ultimo concerto si tiene il 6 giugno 1988, con il titolo di Fata Morgana. L’ultimo pezzo che Nico registra è la meravigliosa Your Kisses Burn, un duetto con Marc Almond. “I tuoi baci bruciano, le maree cambiano, marchi le tue promesse sulla mia lingua. Ti ucciderò con questo fuoco finale, e ti condurrò alla tua pira funebre.”Nell’estate del 1988, Nico, a quanto pare ripulita dalle droghe pesanti, è in vacanza ad Ibiza assieme a suo figlio Ari. Un giorno assolato di luglio prende la bici e parte per andare a comprarsi dell’erba. Durante il tragitto, Nico ha un mancamento. La trovano svenuta a lato della strada. La portano in tre ospedali diversi, ma non viene ammessa in nessuno perché è senza assicurazione sanitaria. Viene infine ricoverata presso la Croce Rossa, dove muore poche ore dopo per emorragia cerebrale. È il 18 luglio. Nico viene sepolta nella foresta di Grunewald, nello stesso loculo di sua madre.Tutti definiscono la sua morte “banale”, tutti dicono che questa morte banale lascia il suo “mistero intatto”. Ma noi siamo arroganti, e vogliamo provare a sciogliere questo mistero, o almeno a nominarlo. “An extraordinary life – an extraordinary misfit.”, si legge in un commento alla sua biografia di Witts. Misfit vuol dire disadattato, emarginato: “Something that fits badly, a person who is poorly adapted to a situation or environment <social misfits>”, quindi qualcosa che sta male addosso, una persona che non si riesce ad adattare a nessuna situazione o a nessun ambiente, un disadattato sociale. È il discorso dell’esilio, del Drama of Exile, quel non appartenere mai a nessun luogo, nessuna situazione e nessuna persona. L’essere irriducibilmente diversi. Nonostante la bellezza e il talento. Questo è il grande mistero doloroso di Nico.
“Non so bene come faccia a vivere. E’ una continua lotta tra me e me. E’ un dramma sentirmi come aliena a me stessa. Non ho alcun riferimento per capire chi io sia. Vivo come in un perenne esilio“.
Bibliografia
Gabriele Lunati, Nico. Bussando alle porte del buio. Stampa Alternativa, 2006.
Gabriele Lunati, Andrea Valentini, Iggy Pop. Cuore di Napalm. Stampa Alternativa 2008.
Andy Warhol & Pat Hackett, POP. Andy Warhol racconta gli anni Sessanta. Meridiano Zero. 2004.
Legs Mcneil, Gillian McCain, Please Kill Me. Il punk nelle parole dei suoi protagonisti. Baldini e Castoldi, 2012.
http://fashionartdaily.blogspot.it/2010/11/history-of-fashion-model.html#.Vh5XpyuZC6Q
http://www.warholstars.org/nico.html
http://web.archive.org/web/20080622105119/http://www.rollingstone.com/artists/nico/biography
http://nico-icon.webs.com/apps/photos/photo?photoid=148405541
http://www.amazon.com/Nico-The-Life-Lies-Icon/dp/0863696554
https://en.wikipedia.org/wiki/Nico
http://andygoss.net.au/views-reviews/nico-bios/
http://www.ondarock.it/songwriter/nico.htm
http://graham-russell.blogspot.it/2012/05/when-patti-smith-met-nico.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/23/addio-nico-la-musa.html