HOW I WISH YOU WERE HERE ___ Il mondo fluttuante, l’advertising e la solitudine nell’arte di Alex Gross



You raise the blade, you make the change you re-arrange me till I’m sane.

Here’s someone in my head but it’s not me.
And if the cloud bursts, thunder in your ear, you shout and no one seems to hear
and if the band you’re in starts playing different tunes
I’ll see you on the
dark side of the moon1

Pink Floyd


These are my friends, see how they glisten2

Sweeney Todd


Alex Gross, dark-sideUna spiaggia con una raffineria sullo sfondo e il cielo costellato da dirigibili di Sanyo, Good-Year e Direct Tv. Tutto ciò che serve per ricevere segnali elettromagnetici, spostarsi, guardare, desiderare, vivere vite irreali in differita. Sul bagnasciuga turisti, e in primo piano un’adolescente bionda con occhi enormi, un gelato pieno di latte e zuccheri, e il cellulare all’orecchio. La ragazzina indossa la maglia con il prisma di The Dark Side of the Moon, il concept album dei Pink Floyd sulla morte, sulla paura di volare, sulla follia come frattura fra l’uomo e il suo ambiente. Un’ape, simbolo del linguaggio nell’iconologia ebraica, le sta volando in contro.

AlexGross_WishYouWereHere1Il telefonino ricorre in molte opere di Alex Gross.

Alex Gross,  Kool aid DrinkersGuscio del mondo del suo possessore, oggetto sociale per eccellenza, nuovo medium nella storia della scrittura e delle iscrizioni, il cellulare è emblematico della dislocazione della presenza dell’individuo. Ma nei lavori di Gross (Come Where the Flavour Is, Dark Side, End User, Kool Aid Drinkers, Mammon, Obedience, Signals, Wish You Where Here), il telefonino assume valenze inquietanti, di negazione della presenza, di assenza, di effettiva solitudine.Alex Gross,  signals 2009Un altro elemento frequente sono le donne giapponesi.

Alex Gross,  the-sugar-sicknessVariamente dislocate sulla linea del tempo, possono essere pin-up anni Quaranta e Cinquanta, crocerossine o dame vittoriane, geishe col kimono. L’immaginario femminile nipponico (che l’artista conosce perfettamente grazie ad una ricerca effettuata sul campo, che ha portato alla pubblicazione del volume della Taschen Japanese Beauties) veicola un tipo di bellezza enigmatica, spesso incomprensibile agli occhi di un occidentale.AlexGross_WomanintheDunesLe giapponesi di Gross appartengono al mondo fluttuante, ai bijin-ga (le reclame ottocentesche per le “persone di bellezza”, le cortigiane del quartiere a luci rosse di Yoshiwara), ma anche ad una contemporaneità fatta di vestiti firmati, méche bionde e tatuaggi. I bijin-ga hanno in effetti costituito l’alba dell’advertising di moda in Giappone. Alex Gross raffigura una cadaverica geisha con l’epistassi al naso per pubblicizzare le sigarette di Prada, ricoperte però dal pattern con il logo di Louis Vuitton.

Questa decostruzione dell’artificio pubblicitario, questo disvelamento del suo lato perturbante, costituisce uno degli aspetti più interessanti della poetica dell’artista.

Alex Gross,  end-userDall’icona della Apple viene fuori un verme.

In quella di Starbucks, la dama dai lunghi capelli ha un volto di teschio, come pure una delle due adolescenti a cavallo della Lambretta rosa nell’incubo bucolico di Premonition (presagio forse di un incidente mortale).Alex Gross, PremonitionUna malinconica ragazza, non tanto bella ma sicuramente molto cool, per via del piercing al sopracciglio, del tatuaggio giapponese, della borsa Louis Vuitton e della T-shirt di Shepard Fairey, diventa l’allegoria del conformismo in Obedience.

AlexGross_Obedience1Perché l’imperativo alla coolness, da attributo ribelle, è diventato un paradossale copione a cui obbedire.Alex Gross, ascent-descentNelle sue visioni oniriche, Alex Gross sposa gli ingredienti del Surrealismo storico, come il vuoto pneumatico, la simbologia animale, la miscela di temporalità disparate – che partono probabilmente con il 1435 e la deposizione di Rogier Van Der Weyden di Ascent-Descent – , ad elementi propri della cultura pop.

Alex Gross,  the-last-judgementAd esempio i dispositivi di volo: aerei e dirigibili, vettori di viaggio, dominio territoriale su larga scala, velocità e pubblicità. Il dottor Freud e la sua Interpretazione dei Sogni li avrebbero liquidati come banali simboli fallici.

Alex Gross, come-to-where-the-flavor-isUn altro topos della cultura pop sono gli anni Quaranta e Cinquanta, citati nelle pettinature e nelle atmosfere. Gli anni che portarono dalla grande distruzione al grande sogno, quello dell’infinita abbondanza, dell’industria culturale, dell’onnipotenza dei divi. Gli anni Cinquanta hanno visto nascere Playboy, il mito californiano, il rock ‘n’ roll. Ma sono stati anche gli anni delle lobotomie, della caccia alle streghe di McCarthy, del conformismo ad ogni costo.

Alex Gross raffigura spesso il malessere postmoderno, come una malattia dai molti sintomi, che svuota gli occhi delle persone, esplode in emorragie improvvise, rende dipendenti da sigarette e dolci da sugar blues. Una sindrome incurabile, che separa gli individui gli uni dagli altri mediante una trance solipsistica con i propri congegni elettronici.

L’unico antidoto a questa nausea è fare un’involuzione di paradigma, incontrando (o diventando) un mostro moderno come Sweeney Todd. Barbiere serial killer realmente esistito nella Londra della rivoluzione industriale, Todd tagliava la gola dei suoi clienti per derubarli dei loro soldi, in combutta con la sua amante che poi riciclava i cadaveri nei suoi pasticci di carne, in vendita nel vicolo di Bell Yard. Insomma, l’apoteosi dell’etica del lavoro.

La stessa etica di Mammon, l’opera dedicata al dio dell’avarizia.

Gesù si è trasformato in uno studente vestito casual, che abdica dal suo posto sulla croce in favore un ibrido con corpo maschile e maschera Onna del teatro No. Intorno alla crocefissione, turiste intente a scrivere sms e scattare foto. Il nuovo messia ha il simbolo del dollaro al collo, ed è circondato dalle gigantografie pubblicitarie dei grandi marchi.

Alex GrossAlex Gross associa modalità sognanti, piene di mistero e grazia, ad uno sguardo affilato come una lama, che focalizza le nevrosi, i vizi e le angosce dell’uomo nell’impero della comunicazione globale.alex-gross-product-placement-13Ma soprattutto la solitudine di chi si è perduto in un mondo di spettri.

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Note

1 Tu alzi la lama, realizzi il cambiamento, mi riassembli finchè non divento sano, (…) c’è qualcuno dentro la mia testa, ma non sono io. E se la nube scoppia e il tuono è dentro la tua testa, tu urli, ma nessuno sembra sentirti. E quando la tua band inizia a suonare in melodie differenti, ti vedrò sul lato oscuro della luna.

2 Questi sono i miei amici, guarda come luccicano.


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