UNADORNED _ L’album di Tabarez & la R.


sirene desiderioWilliam Burroughs, miti greci, mitologia rock,  riot grrrls, la Bibbia, Ofelia, demonologia, pittura tardo-ottocentesca, idoli di perversità. Questi sono alcuni fra i rifermenti di Unadorned, un disco maturo, carnale ed acuminato. Una creatura nata negli anni Novanta, raffinata da cure costanti e da una severa educazione. Il riferimento più forte sono le  riot grrrls, ma non il versante godereccio ed alcolista delle L7, piuttosto la livida violenza delle Babes in Toyland e delle prime Hole.

Rachele Cinarelli approda al duo Tabarez & la R. dopo aver fatto parte di formazioni riot, dalle Moskovskaya alle Mysisterical.

Batteria in primo piano, chitarre taglienti a disegnare forme sinuose, The Fish Boy configura una discesa sotto la superficie dell’acqua, fatta di membra  del colore delle conchiglie e di desiderio violento come una tortura.  La scelta dei fondali marini, le parole, i colori evocati fanno apparire il fantasma di Pj Harvey, mentre  affonda con il suo vestito di raso rosso e le ciglia finte in Down By The Water.


Mirror Mirror è un pezzo più old-fashioned blues. L’immaginario è quello delle bambole, dei  vestiti più belli, dei  fiori di carta, degli specchi, dell’anelito alla pulizia di Courtney Love, con il suo “Cleanliness is next to Godliness”. All’interno
del testo, questo immaginario delinea  la figura femminile. Quella maschile rappresenta un archetipo rock più antico, fatto di strade, deserti, usura. Non a caso lui è “cool as Dylan”.

Pilgrim gioca con la simbologia religiosa per parlare di sesso, alla maniera di Nick Cave: il giardino, la tempesta, il sale, il tempio. Lo stesso simbolismo sarà ripreso in maniera più violenta in Sulfur And Fire, con un’acuta metafora sull’infernale strada che conduce allo status di divo, sulla difficile, quasi impossibile redenzione tramite il rock and roll. Satana è l’anonimato, il dio di quelli che non ce l’hanno fatta. Quindi bisogna tracannare il sangue di Giove e stare attenti a non bruciarsi come falene intorno alla fiamma.

Siren Blues indica l’escamotage di Ulisse, la sordità data dalla cera nelle orecchie, l’indifferenza, l’invisibilità, come unico metodo per rompere l’incantesimo delle sirene del desiderio.Unadorned presenta un art-work molto curato ed essenziale. Il dipinto virato in magenta sulla copertina ricorda le atmosfere torbide di Lydia Lunch, oppure il colpo d’occhio rosso e contrastato di You Must Be Certain Of The Devil di  Diamanda Galas: un corpo androgino con le ossa della gabbia toracica sporgenti che si guarda dentro lo specchio di un bagno con vecchie piastrelle damascate, con posa altera, artificiale, eppure sofferente in qualche strano ed indefinibile modo.

Un verde complementare domina nel retro copertina, con un cavallo che sta crollando, come nell’immagine emblema di Melancholia di Lars Von Trier.

melancholia lars von trier horseL’ultimo pezzo dell’Ep, Let It Come In,  inizia con  un accordo noise che trova una modulazione super-armonica, fino a spegnersi con un sussulto. La luce artificiale della televisione si fonde con i bagliori sulfurei dell’incubo di Fussli, e lo specchio diventa un dio da pregare, per avere in cambio un’immagine che scacci via il buio. Ma la morale è che bisogna invitare gli incubi ad entrare, perché proprio loro diventeranno i nostri più potenti alleati.


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