AC__CADERE__ Divinazione, superstizione, meccanicismo e numi tutelari della ruota per FestivalFilosofia 2010 [sulla Fortuna]


Con opere di Francesco D’Isa, Daniele Cascone, Mauro Barbieri, Maria Grazia Sarcina, stella ( Stefania Gagliano), Patrizia Rampazzo


FestivalFilosofia-2010


 ac__cadere: dall’etimologia di caso- >casus, us, caduta, occasione, ventura, qualcosa che ci cade di fronte.

Una collettiva all’insegna della mutevolezza: sei artisti, per sei interpretazioni possibili della fortuna, dall’idea di destino necessario ed immutabile a quella della gamma infinità delle probabilità. Il sistema di divinazione filosofica dell’I-Ching (Cascone), la scacchiera meccanicista (Rampazzo), le finestrelle della superstizione (Gagliano), l’iconologia classica in chiave cyber (D’Isa), l’infante chiaroveggente con il suo corteo di micetti neri (Sarcina). E infine, la decima carta dei Tarocchi (Barbieri), in cui un personaggio a sorpresa veste i panni del nume tutelare della ruota. fortune wheel, woodcut

I sinonimi della parola fortuna sono destino, fato, ma anche caso, nel senso di evento fortunato o sfortunato che accade improvvisamente. Fin dai significati primari, la fortuna si apre a due grandi orizzonti di significato, contradditori fra loro e nello stesso tempo complementari.

Fortuna, Engraving by (Hans) Sebald Beham 1541Da una parte l’idea del destino, strutturalmente imparentata con quella di causalità, necessità, determinismo e meccanicismo. Secondo queste teoriche c’è una catena imprescindibile di cause ed effetti che si sussegue lungo la linea del tempo, per cui “lo stato presente dell’universo è effetto del suo stato anteriore e causa del suo stato futuro”. La stessa base epistemologica accomuna i Presocratici, Platone, Aristotele, alla riflessione scientifica da Cartesio a Newton, fino ad arrivare al marxismo e alla psicanalisi. Le Moire, la Nemesis, il Logos, la Ragione, la Necessità, Dio, le magnifiche sorti e progressive, l’Inconscio, sono tutti nomi di un medesimo principio ordinatore. Lo stesso che nel teatro tragico e nell’opera lirica non lascia scampo ai protagonisti, nonostante tutti i loro sforzi.

 Woodcut in John Lydgate's 'The fall of Princes' (London, 1554)Il caso invece irrompe all’interno di questo disegno scompaginandone la struttura. La casualità è l’antitesi della causalità.

Filosoficamente, a quest’accezione si possono ascrivere l’indeterminismo e la meccanica quantistica, che postulano il caso come causa del divenire della materia e l’imprevedibilità come costituente delle particelle elementari. Secondo la fisica quantistica nell’universo non esistono leggi fisse ed immutabili, ma solo una gamma infinita di probabilità, che possono essere indagate tramite l’analisi statistica.

Alejandro Guijarro , Momentum, Le-lavagne-delle-aule-scolastiche-delle-facoltà-di-Meccanica-Quantistica.4


Il mondo delle cose reali galleggia su un più ampio mare di possibilità, da cui esse furono estratte. E in qualche luogo, dice l’indeterminismo, esse esistono, e costituiscono parte della verità

William James

il-gatto-di-schrodingerA metà strada fra queste significati apparentemente contrapposti, si situano la riflessione sulla libertà e sulla responsabilità morale delle scelte operate dall’uomo, per cui il destino si forgia sul nostro modo di essere (Heidegger, Sartre, Esistenzialismo) i tentativi di stabilire una connessione fra il caso e la necessità (Pierce, Monod), e la teoria della sincronicità di Jung. La sincronicità indaga quegli eventi che avvengono nello stesso tempo, fra i quali non c’è rapporto di causa- effetto, ma una lampante omologia di significato. La sincronicità si occupa delle coincidenze significative. ancient mandala


GLI ARTISTI

I fotomontaggi in bianco e nero di Daniele Cascone – sporchi, graffiati, privi di ossigeno – hanno qualcosa di pauroso, qualcosa che ricorda i filmati paranormali del ciclo horror The Ring. L’atmosfera inquietante è solo una superficie da rompere per accedere alla mappatura dei suoi spazi, tutti mentali ed endogeni.daniele cascone, lucky manLa Fortuna viene mostrata in maniera trasversale, rappresentando i suoi effetti sul protagonista dell’opera, Lucky Man, l’uomo fortunato. Vestito di stracci, privo di cose materiali, e quindi con nulla da perdere. Il ferro da cavallo dietro di lui è di buon auspicio come la falce di luna crescente, che indica l’aumentare della forza. Nell’antichità la forma del ferro di cavallo veniva associata ai genitali sacri della Grande Madre, che si trasformeranno successivamente nell’amigdala di luce intorno alla Vergine Maria. Secondo le tradizione irlandesi, inglesi e americane, il ferro da cavallo non deve essere girato verso il basso – come in questo caso – perché altrimenti la fortuna seguirà il suo stesso corso. Nell’area mediterranea e nei Balcani invece la credenza è opposta: solo se il ferro è girato verso il basso le streghe non potranno passarci sotto. In Italia, per portare fortuna, il ferro di cavallo deve essere trovato per caso.

In questa rappresentazione sul crash transculturale delle valenze degli oggetti porta-fortuna, Cascone inserisce le carte dei Tarocchi e quelle dell’I-Ching.

Nati verso la fine del quindicesimo secolo, forse a Ferrara, come prodotto di lusso a scopo ludico e non divinatorio, i Tarocchi originariamente venivano chiamati Trionfi. Essi costituiscono di fatto l’allegoria di un viaggio iniziatico, e funzionano grazie alla loro connessione con gli archetipi psicologici.

tarocchiSempre in un’ottica di confronto antropologico e simbolico fra oriente ed occidente, Cascone inserisce nell’opera gli I-Ching, metodologia oracolare basata su otto trigrammi, la cui origine si perde nella notte dei tempi. I-Ching significa la legge. Nella configurazione degli I-Ching ci sono linee continue che rappresentano l’elemento maschile yang, e linee spezzate, per quello femminile yin, con tutte le loro possibili interazioni dinamiche. Non a caso gli I-Ching sono stati importati nella cultura occidentale da Carl Gustav Jung, il padre della teoria archetipica. Gli archetipi infatti, come gli I-Ching, sono dinamici. A livello funzionale gli I-Ching possono essere considerati speculari ai Tarocchi, solo che un dispositivo funziona in modo iconico, l’altro per ideogrammi. Per l’I-Ching tutto è causale e niente è casuale. E la radice di ogni cosa sta nel mutamento continuo.

iching

Questa stessa instabilità interpretativa connota la rappresentazione di Daniele Cascone.


Patrizia Rampazzo, con la sua opera mobile Scacchiera, sposta la riflessione dal caso alla causalità.

Il meccanismo a ingranaggi che può essere azionato dallo spettatore tramite una manovella, sembra una trasposizione figurativa delle dottrine meccanicistiche, ovvero quelle dottrine che postulano l’assenza del caso e della fortuna nella catena necessaria delle cause e degli effetti. Le figurette umane ai bordi della scacchiera sembrano in uno stato d’attesa, come se aspettassero che la congiuntura della scacchiera diventi favorevole per muovere i loro passi. L’aspettativa nei confronti del futuro è una condizione esistenziale che accomuna gran parte dell’umanità. Essa è stata messa in luce da David Hume, nella sua critica alle dottrine della necessità. Hume sostiene che l’uomo, nell’interpretare le catene di eventi della vita, confonda il nesso di necessità con ciò che accade solitamente. Ci sono cose che si ripetono spesso, ma non sempre, e quindi non c’è nessuna legge immutabile che vi soggiace. Fra due eventi è impossibile ricavare qualsiasi tipo di relazione necessaria, se non a posteriori. L’abitudine psicologica a postulare una rapporto immutabile fra certe cause e determinati effetti porta l’essere umano a vivere in uno stato costante di attesa. Forse è per questo che i piccoli esseri umani di Patrizia Rampazzo sono tutti d’oro: i contenitori dell’aspettativa si illuminano con i colori della speranza, sfidando i moduli grigi che li dividono dalle dimore dorate.


Stella Stefania Gagliano uccellomorto pic.stella (Stefania Gagliano) propone un’installazione sui simboli della superstizione. La superstizione è profondamente iconica.

’immagine di Padre Pio è uno degli amuleti propiziatori di questa nostra età di mezzo. Onnipresente, dalle prue dei camion, ai camerini delle star della televisione, fino agli esercizi commerciali protetti dalla camorra. stella (Stefania Gagliano), padre pioI corvi in fila su una grondaia annunciano la morte, come pure incappare in un uccello morto per strada. Gli uccelli infatti sono considerati -pressoché in tutte le culture- dei psicopompi, ovvero le guide che accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà.

stella , corvi in filaNell’antichità la manufica – la mano con il pollice stretto fra indice e medio – era un gesto deprecativo, e quindi utile: attirava su di sé l’attenzione dei menagramo, distogliendoli dalla persona a cui volevano fare il malocchio. È lo stesso gesto che il bestiale Vanni Fucci rivolge a Dio, nella XXV cantica dell’Inferno di Dante.Francesco Scaramuzza, Inferno canto XXV, Vanni Fucci Nel Settecento questa forma scaramantica diventerà molto di moda per confezionare le boccette di profumo. stella (Stefania Gagliano), le fiche

Il funerale sotto la pioggia, un po’ come il matrimonio, è considerato benaugurante. L’acqua, con il suo stato fluido ed indefinito è di buon auspicio per la mutazione da conseguire nel rito di passaggio. stella (Stefania Gagliano), funerale sotto la pioggia

Tredici persone a cena non vanno bene, perché uno di loro tradirà. stella (Stefania Gagliano), cena con tredici

Se le cifre romane che compongono numero diciassette vengono trasposte in anagramma, uno dei risultati possibili è VIXI, ho vissuto, quindi sono morto o morirò a breve. Per questo il diciassette porta sfortuna. stella (Stefania Gagliano), VIXI

Invece pestare un escremento per strada porta fortuna, perché il denaro nasce come trasposizione dell’istinto infantile di giocare con le proprie feci. Non a caso i radioestesisti sostengono che il denaro e gli scarti organici del corpo umano emanano una vibrazione pressoché equivalente.

Il cranio di bue allude alla forza nel lavoro. Al sacrificio, che mette in connessione con la sfera del sacro. Da una parte la civiltà umana, che nasce con l’agricoltura, dall’altra la dimensione sacrale della fecondazione e della comunione con la terra. Secondo Don Cameron Allen il bucranio, per la sua straordinaria somiglianza con l’utero e le trombe di Falloppio, è simbolo del divenire continuo della natura. stella (Stefania Gagliano)Il caffè corretto al sangue mestruale sarebbe un’implacabile fattura d’amore, e quindi in grado di modificare il futuro a piacimento della strega. In questa credenza si ritrovano i residuati rimossi dell’era matrilineare, in cui si riteneva che la donna mestruata avesse facoltà divinatorie. Nella Grecia arcaica, l’oracolo di Delfi era una donna che vaticinava durante il periodo delle mestruazioni, e tutti i riti misterici si collegavano alla potenza del sangue uterino. Emile Bayard, Pythia - the priestess at Delphi - making oracles at the new moon. Histoire de la lune. 1886.La parola mysterion contiene al suo interno la parola hysterion, che significa utero.

stella caffè con mestruo pic.

L’installazione di stella (Stefania Gagliano) indaga la possibilità di conoscere il futuro. Un futuro inevitabile, già scritto, che ci manda i suoi emissari, i suoi codicilli da decrittare. Oppure un’influenza oscura, improvvisa, che modifica i disegni predeterminati. Al di là di questa duplice accezione, l’opera offre spunti di indagine antropologica sull’origine delle credenze superstiziose, che, come l’arte, si connettono tutte all’universo simbolico della coscienza collettiva. stella (Stefania Gagliano), nero


Francesco D’Isa si ispira al sesto libro di Severino Boezio, e alla sua visione teologica del casus, dei mutamenti, della provvidenza che si esprime anche nella sciagura. L’artista propone un’iconologia della fortuna di matrice classica, coniugandola con il suo stile sospeso fra la grafica liberty e l’estetica cyber. Come risultato, un’allegoria della dea Tyche con gli occhi strabici, che promette godimenti senza fine come Jade Vixen, la pornostar che ha fatto da modella, ma che si colloca nella mensa di seconda classe del Titanic. L’“inaffondabile” gigante fa capolino nella veduta in secondo piano, come ad ammonire gli uomini contro il peccato di hybris, o come a ricordare che il massimo dello sviluppo tecnologico va di pari passo con il massimo potenziale di catastrofe. La figura della Fortuna si richiama alle antiche raffigurazioni di Iside Pelagia e Venere Marina, le divinità invocate dai marinai in balia dei maremoti. Il fluido vortice del caso è evocato tramite il meccanismo di un’antica macchina da cucire, che si ricollega all’idea dell’ordito dei tessuti, e delle legature dei fili.

francesco d'isa, fortunaLa dea della fortuna si ibrida con due animali tutelari, il pidocchio e il gambero. Il gambero è collegato alla simbologia cristiana della resurrezione, perché, come il serpente, periodicamente muta le spoglie. Può indicare anche una serie di avvenimenti avversi, per il suo tipico procedere a ritroso. Il pidocchio, parassita infestante, indica qualcosa di immondo, da tenere a distanza, qualcosa che si subisce come un avvenimento infausto.

Piacere, morte, rivolgimenti, superstizioni, tempeste fisiche ed esistenziali, catastrofi e mutazioni, questi sono gli attributi della Dea Fortuna secondo Francesco D’Isa.


Grazia Sarcina presenta una bambina di terracotta che tiene nelle mani una sfera, simbolo della totalità del globo. Una totalità che ha perso la sua classica natura opaca, fino a diventare trasparente e perfettamente intellegibile. L’infanta di Grazia Sarcina ha i capelli rossi come quelli delle streghe, ed è vestita di bianco come in tutti i rituali di passaggio. La sfera che sorregge indica la sua capacità di connettere il visibile con l’invisibile. Dispositivo magico della visione, specchio delle infinite possibilità del mondo, la sfera di cristallo può essere considerata l’emblema del fare artistico.

S7000509Alla piccola veggente Sarcina accosta un’installazione di gatti neri. Quali sono i motivi per cui si dice che questi animali portino sfortuna? Nei secoli della Contro Riforma possedere un gatto poteva valere una condanna al rogo. In seguito alla bolla papale di Gregorio IX del 1233, che tacciava i gatti di essere emissari del demonio, i felini domestici vennero sterminati a milioni, nei peggiori modi. Uno dei più blandi era quello di mettere tredici gatti dentro a delle gabbiette, ed arderli vivi sulla piazza principale del paese, una volta all’anno, in modo da preservare la popolazione dalle malattie. Nel XV secolo, papa Innocenzo VIII diede il via alla caccia alle streghe. Ogni donna che fosse stata vista in compagnia di un gatto o mentre nutriva un gatto doveva essere giudicata dal tribunale dell’Inquisizione. I gatti rischiarono seriamente di estinguersi in Europa, poi arrivò l’Età dei Lumi. Leonard’s Dream - The Lancers of Lynwood, Macmillan & Co., 1895.

La superstizione riguardo ai gatti neri è da ricondursi invece alle invasioni saracene in Italia meridionale: prima dell’attacco alla città, le flotte nemiche attraccavano in punti nascosti della costa, e i gatti che i marinai portavano sulle navi per non farsi mangiare i viveri dai topi scendevano sulla terraferma. A quei tempi, il gatto più diffuso nel Golfo Persico e nel mondo arabo era proprio quello nero, poco conosciuto in Europa. Quindi, se un villano della Sicilia medievale incontrava un gatto nero, con tutta probabilità la sua città stava per essere messa al sacco.

Entrambi i soggetti scelti da Grazia Sarcina si collocano in un orizzonte di innocenza e vulnerabilità, come a dire che la fortuna, o la sopravvivenza, è un bene estremamente fragile.


Mauro Barbieri compie un’operazione di aggiornamento contingente sul Decimo Arcano Maggiore dei Tarocchi, arricchendolo di simboli, e rivisitandolo in stile pop. Il volto che Barbieri conferisce alla Fortuna trae spunto da una serie di avvenimenti di cronaca cittadina, che sembrano delineare un vera e propria parabola sui rivolgimenti del caso.

Mauro Barbieri, Decimo Arcano, costruzione della fortunaPer chi saprà riconoscere il soggetto, questa vicenda illustra alla perfezione le dinamiche e i comandamenti della fortuna. Mai accontentarsi delle briciole della mala sorte, perché amor fati non significa passività. E l’unico rimedio elegante ed efficace contro the slings and arrows of outrageus fortune è l’atarassia.

OLYMPUS DIGITAL CAMERALa personificazione della Fortuna è racchiusa da un cerchio di fuoco, rivisitazione della ruota. Questo cerchio è lo stesso che circonda Shiva Nataraj, il dio che crea e distrugge mondi mediante la danza Ananda Tandava, la quale inizia in modo feroce e poi si trasforma in una benedizione. Simbolo di energia, dinamismo e cambiamento, il cerchio di fiamme si sposa con il suo contrario, l’acqua, l’onda da surfista che turbina alle spalle della figura umana. La Fortuna è incorniciata da un drappo svolazzante, da afferrare al volo, e fra i capelli ha una ciocca bionda, ricordo della fronte capillata di origine medievale.

Francesco_Salviati_KairosIn primo piano un labirinto, quello che lo spettatore dovrebbe percorrere per raggiungere l’oggetto centrale dell’allegoria. Il labirinto è un macro-crocicchio di vie, alcune delle quali prive di uscita. Tutti gli eroi in cerca di fortuna devono avere l’abilità necessaria per superarlo. La sua presenza indica sempre qualcosa di prezioso nascosto al suo centro.labirinto unicursaleFra le braccia della Fortuna un gatto nero, forse uno dei tanti che doveva essere scagliato giù dai campanili durante la caccia alle streghe.

black catPerché la Fortuna rifiuta la superstizione, ed è imprevedibile: spesso, oltre che i coraggiosi, aiuta anche i deboli.

Durer, Fortune 1502


Testo critico e curatela per la mostra Ac_Cadere, in occasione di FestivalFilosofia 2010 [sulla Fortuna], Inaugurazione 17 settembre 2010 presso Art Ekyp, Modena.


 Edward Burne-Jones, La Ruota della Fortuna, 1863.

Torna in alto