SESSO, MORTE E MIRACOLI _ Il sex appeal dell’inorganico nell’arte di Colette Baraldi


Quello di Colette Baraldi è un mondo in disfacimento.

Un mondo che revoca la gravità, mandando alla deriva nel vuoto un caos di oggetti e lacerti corporei. Signorine-lampada con la bocca a forma di cuore. Circuiti elettrici integrati da sveglie, telefoni, pantaloni, valigie e rubinetti.

Colette BaraldiColette Baraldi2Una sedia, sul cui pianale è cresciuto un occhio malandrino, ansioso di vedere il didietro degli utenti a distanza ravvicinata. Mongolfiere con capezzoli sulla sommità, vettori di volo collegati a dispositivi di calore. Un Cristo crocifisso lungo le linee dell’alta corrente, con cravatta dell’Ottocento, e una mano in sostituzione della testa.

capezzolieraColette Baraldi suitcaseTeorie inquietanti, divertenti, raffinatissime.

Quest’esplosione fantastica potrebbe costituire una valida illustrazione dell’opera di Alejadro Jodorowsky, il fondatore del Teatro Panico, l’artista totale amante del Surrealismo, della carne e del circo. In effetti il verbo surrealista impera nel mondo di Colette, patrocinando montaggi all’avanguardia fra oggetti ed organi umani: braccia piene di peli inserite in una serratura al posto della maniglia, seni appesi ad una gruccia, inseriti nello schienale di una sedia, mani tozze che si esibiscono su piedistalli da belve.Colette Baraldi, gileteoggetti colette baraldi 4

Questi pezzi di corpo disorganici e disorganizzati, questi arti ed organi in libertà scappati da un corpo finalmente vuoto, vengono colti nell’atto di amoreggiare con oggetti. Evidentemente sono sensibili al sex-appeal dell’inorganico, proprio come noi, che viviamo nel mondo reale in cui troppo spesso l’eccitazione costante sembra aver sostituito la vera soddisfazione.

Da qui al feticismo, all’amore del particolare isolato dal contesto, il passo è breve. Colette rappresenta una donna scomposta in pezzi, di cui rimane un profilo, una bocca semiaperta, un occhio chiuso con le ciglia delineate dal mascara, una gamba che spunta dallo spacco di una longuette, con calza rigata e tacco a spillo rosso.

 Colette Baraldi, pornorebus

Disegni erotici, morbosi e piacevoli come un sogno notturno che non si ha il coraggio di raccontare. E, dopo il sesso, la morte.

Colette Baraldi, ero morta 3Colette, nel libro d’artista Ero Morta, si immagina al momento del trapasso, come una magrissima marionetta nero-vestita. Con cavità oculari nere e profonde, dita lunghe lunghe, e la bocca a lisca di pesce. E dice: “La Morte mi ha portata dove io avrei sempre voluto andare, tra le belve esauste e tranquille. Per farlo, prima mi ha sedotta con profumi irresistibili e carezze inconfessabili, poi con tutto il suo savoir-faire, mi ha tagliata a pezzetti, scomposta come una sinfonia delle più audaci. Ha disperso i miei arti ai nemici, perché ne potessero fare scempio la domenica a venire. Tanto io ero belle che morta e defunta. Le viscere le ha appese sui camini fumanti di vecchie signore annoiate. Gli organi interni li ha schiacciati su tele verde speranza, come fossero reliquie da ossequiare, tutte le volte che un desiderio vi svegli da brutti sogni.

Gli occhi, i miei preferiti, li ha clonati dai migliori artigiani del vetro e poi li ha ceduti ad imbalsamatori di animali esotici, in cambio di altra morte, of course! “

Colette Baraldi, ero morta, 1 Colette Baraldi, ero morta2

Colette Baraldi inscena una gioiosa pandemia mutante, una follia metamorfica che mescola gli esseri viventi con le cose inanimate. Colette titilla la barra che divide vita e morte, lecito e illecito, sogno e realtà, e dimostra la forza irresistibile del divenire.

 Colette Baraldi dream


Pubblicato su Le Voci della Luna 45 – Novembre 2009- download pdf


 

 

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